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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 20 febbraio 2012

Dark crystal - Jim Henson, Frank Oz

Dark crystal è un film del 1982 assai particolare: esso difatti non è recitato da attori in carne ed ossa, e nemmeno è un film animato, ma è interamente girato con pupazzi e burattini.

Non è un caso che dietro di esso vi sia la mano di Jim Henson, burattinaio degli storici Muppets, nonché regista di quel capolavoro assoluto del cinema che è Labyrinth - Dove tutto è possibile.

L’altro regista di Dark crystal è invece Frank Oz, professionista più navigato, con all’attivo film di discreto successo come La piccola bottega degli orrori, Funeral party, In & out, La donna perfetta, e che tra l’altro è stato anche il doppiatore di Yoda in Star wars.

Dark crystal è un film poco conosciuto al grande pubblico, nonostante il buon successo che ebbe all’epoca della sua uscita, ma che merita di essere riscoperto, sia per l’originalità tecnica, sia per i contenuti interessanti.

Andiamo subito a vederne la trama: il pianeta Thra in passato era un mondo fecondo e pieno di vita, finché l’allineamento dei tre soli, 1.000 anni fa, ha distrutto il grande cristallo. Anche i guardiani del cristallo, gli UrSkeks, si divisero in due parti: i buoni e saggi Mistici, sorta di lucertoloni dalla posizione semieretta, e i cattivi Skeksis, sorta di avvoltoi cinici e crudeli, nuovi custodi del cristallo (nel doppiaggio italiano chiamato “cristallo nero”, benché il titolo del film non sia "black", ma "dark", e infatti il cristallo non è nero, ma viola), terrorizzati dalla profezia per cui un gelfling avrebbe in futuro riparato il cristallo e riportato il pianeta all’antico ordine.

Per questo gli Skeksis avevano ordito un vero e proprio genocidio ai danni dei Gelfling, sterminati completamente… con l’eccezione di Jen, cresciuto dai Mistici, e di Kira, cresciuta invece dall’allegro popolo dei Podlings.
I due giovani si uniranno nell’impresa di unire il frammento del cristallo al cristallo originario, pur tra mille pericoli.

In sostanza, dunque, Dark crystal è un film fantasy d'avventura realizzato con i pupazzi, fatto che comunque non sottrae bellezza a trama e personaggi, evocativi e coinvolgenti.
L’ambientazione-scenografia è affascinante, la trama interessante, il doppiaggio ottimo, e così le sonorità del film.

Da sottolineare il bellissimo finale, dal sapore metafisico... come in effetti ha un sapore esistenziale e quasi lirico tutto il film, che in buona sostanza tratta il tema della dualità e della riconciliazione degli opposti (sia nell'elemento delle due razze contrapposte, sia nell'elemento del maschile-femminile rappresentato dall'incontro dei due piccoli protagonisti).
Altri elementi interessanti: il cristallo è definito come "il cristallo della verità"; gli Skeksis sono stati concepiti come incarnazione dei vizi capitali (pur essendo più di sette, e infatti alcuni vizi sono stati doppiati), tutti tesi come sono alle cose materiali (dominio, possesso, prestigio, alimentazione grossolana carnea) al contrario dei più eterei Mistici (insegnamento, disciplina, contatto con la natura, dolcezza e semplicità); gli Skeksis rappresentano ovviamente la parte peggiore dell'umanità, mentre i Mistici la parte migliore, tanto i primi costituiscono in pratica una grottesca parodia degli istinti più bassi dell'uomo; nel dettaglio, è emblematica la figura del ciambellano, una volta che, persa la disputa, viene spogliato dei suoi vestiti, e quindi del rango e delle "vesti" dell'ego (se all'ego vengon tolti i suoi paramenti nobiliari, non rimane niente, se non vergogna); Jen in origine doveva essere blu in omaggio all'avatar indù Rama (elemento poi eliminato); vi sono spesso simboli geometrici come spirali, triangoli, quadrati e cerchi, combinati tra loro in vario modo, così come menhir e tracciati sulla terra, e pure candelabri a sette braccia o raffigurazioni in stile egizio o mesopotamico; c'è un forte riferimento alle stelle e alle loro energie (i misteri della vita sono conosciuti tramite lo studio delle cose del cielo, come avveniva in antichità prima che l'astrologia fosse degradata ad astronomia e a fenomeno da riviste di rotocalco); viene citato il principio ciclico-energetico, come il principio di responsabilità individuale; viene definita con precisione la relazione maestro-allievo e infatti Jen chiama il mistico che lo ha allevato "maestro" e ha fiducia totale nelle sue istruzioni; quando gli Skeksis e i Mistici muoiono in contemporanea, il primo lo fa con disperazione, dolore e attaccamento per le cose terrene che gli stanno sfuggendo di mano, mentre il secondo lo fa con leggerezza, serenità e beatitudine (ciò che da solo è un grande insegnamento); vi è il principio della risonanza, con i mistici che vocalizzano insieme le loro voci e con il gelfling che riconosce il cristallo giusto proprio per risonanza armonica; è sceneggiato un bellissimo esempio di "unione animica" e di telepatia (che probabilmente sarà il mezzo di comunicazione dell'umanità evoluta dei millenni a venire); nel momento della congiunzione dei tre soli di fatto viene rappresentato un occhio all'interno di un triangolo, ciò che è un simbolo esso stesso; c'è anche un riferimento alle creature malvagie che distillano l'essenza e la paura di creature innocenti per nutrirsene e rimanere giovani (un argomento che in futuro sarà finalmente esplorato).

Ci tengo inoltre a evidenziare una scena: alla fine del loro viaggio, i Mistici si trovano davanti le "milizie" degli Skeksis, le quali bloccano loro l'accesso al castello. A quel punto, i Mistici intonano il loro verso armonico... e i soldati si fanno da parte, evidentemente vinti da una energia superiore. Si tratta di una legge ben precisa: la forza spirituale prevale sulla mera forza fisica.
A proposito del viaggio dei Mistici, lo percorrono in nove; probabilmente è un riferimento al numero nove, che nel tarocchi è rappresentato dall'Eremita, l'archetipo afferente alla ricerca e al viaggio spirituale. Peraltro, la figura in questione è ricordata anche visivamente da quelle creature, tutte anziane, curve, con un bastone in mano.

Termino la recensione con alcune citazioni tratte dal film, utili a intuirne il carattere metafisico.

"Ora il mondo deve essere guarito, oppure cadrà per sempre sotto il dominio del male."

"Ricordati di me: forse ci rincontreremo in un'altra vita."

"La storia scorre assai più profonda di quel che tu possa conoscere... e tu ne sei parte: nella profezia è scritto che tu dovrai trovare il frammento."

"Maestro, andrò dove tu mi mandi, anche se non riesco a capire."

"Tutto è nelle tue mani."

"Tu non sai, non hai mai osservato i cieli."

"Tutto quello che si trova nei cieli è qui."

"La grande congiunzione è la fine del mondo... o il suo inizio.
Fine, inizio... ma è la stessa cosa: un grande cambiamento.
A volte bene, a volte male."

"Quando il triplice sole splenderà singolo, ciò che fu disgiunto e disfatto di nuovo sarà integro."

"I due diventeranno uno."

"Ora la profezia è compiuta; ora siamo di nuovo uno."

"Tienila stretta: lei fa parte di te, come tutti noi facciamo parte l'uno dell'altro."

"Vi lasciamo il cristallo della verità: create il vostro mondo alla sua luce."

Fosco Del Nero



Titolo: The dark crystal (The dark crystal).
Genere: fantastico, fantasy, avventura, esistenziale.
Regista: Jim Henson, Frank Oz.
Anno: 1982.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

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