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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 15 ottobre 2012

Oltre il giardino - Hal Ashby

La recensione di oggi su Cinema e film è dedicata a un film del 1979 che all'epoca della sua uscita fu accolto in modo contrastante da critica e pubblico, e che il tempo ha poi messo da parte: Oltre il giardino, diretto da Hal Ashby e interpretato da Peter Sellers e Shirley MacLaine.

Due nomi storici del cinema dei decenni passati, non nuovi sul blog: il primo vi era già comparso per via degli ispiratissimi Casino royale, Hollywood party e Il dottor Stranamore; mentre la seconda grazie a Qualcuno verràL’appartamento e Vizi di famiglia.

Questo peraltro è stato il penultimo film di Sellers, morto di infarto l’anno successivo. L’attore, celeberrimo per i suoi ruoli comico-grotteschi (si prenda per tutti l’ispettore Clouseau de La pantera rosa), amava cimentarsi in copioni di varia natura, come questo Oltre il giardino, a metà tra la commedia e il dramma, nel quale Peter Sellers interpreta il personaggio di Chance Giardiniere, uomo semplice, se non proprio ritardato, che ha vissuto tutta la sua vita all’interno di una casa di Washington e che è costretto ad abbandonare dopo che il proprietario, che lo aveva accolto quando era bambino, muore.
Un piccolo incidente automobilistico gli farà fare la conoscenza di Eva Rand, moglie di Benjiamin Rand, magnate della finanza e consigliere del presidente degli Stati Uniti, i quali entrambi lo prenderanno in simpatia, avviando una sorta di escalation di successo di Chance, ovviamente del tutto involontario.

Difatti, le sue risposte e i suoi comportamenti, semplici e spesso basati sulle uniche due cose che conosce, il giardinaggio e la televisione, vengono invariabilmente scambiate per perle di saggezza o per raffinato umorismo, generando la convinzione in sempre più persone che Chance sia un uomo profondo e arguto.

Il film, tratto da un romanzo di Jerzy Kozinski, va avanti così fino al suo finale, inverosimile sia per quanto riguarda la trama (candidatura alla presidenza degli Usa) sia per quanto riguarda l’episodio in cui Chance cammina sulle acque, il quale ha causato molte discussioni da parte della critica sulla sua interpretazione.

Di mio, l’aver visto, poche scene prima, l’occhio che tutto vede disegnato in una tomba-piramide di stampo chiaramente massonico, unito ad alcune frasi come quella di chiusura del film ("La vita è uno stato mentale") tendo a vederci un simbolismo esoterico-esistenziale.
Confermato anche da molte frasi simboliche, diciamo così, come le seguenti, che sembrano riferirsi al percorso personale interiore (e ricordo anche il titolo originale del film, "Being there", che richiama il concetto di presenza; nonché un altro film largamente significativo del regista, Harold e Maude).

"È una delle cose che sto ammirando in te: il tuo ammirevole equilibrio.
Tu sembri essere un individuo veramente pacifico."

"Fin tanto che le radici non sono recise, va tutto bene e andrà tutto bene nel giardino.
In un giardino c'è una stagione per la crescita: prima vengono la primavera e l'estate, e poi abbiamo l'autunno e l'inverno, ma poi ritornano la primavera e l'estate. Ci sarà la crescita in primavera."

"Mi piace veder crescere le piante giovani.
Le piante giovani vanno molto meglio se una persona le aiuta."

"È possibile per tutto una crescita robusta.
C'è tanto posto per nuovi alberi e nuovi fiori di tutte le specie."

"Un giardino ha bisogno di tante cure e di tanto amore, e se tu dai al tuo giardino tanto amore le cose crescono, ma prima certe cose devono seccare e certi alberi morire."

"Certe piante vengono meglio al sole, e altre crescono meglio all'ombra."

"Nella vita si entra nudi e si esce nudi, e nessun contabile può falsare il nostro bilancio."

"La vita è uno stato mentale."

Evidenzio un altro dettaglio potenzialmente simbolico: il fatto che nessuno, compresi FBI e CIA, riesca a trovare documenti sulla vita passata di Chance può essere una metafora dell'assenza di ego: le informazioni sul passato non si trovano perché non c'è più un passato per l'essere umano che è arrivato a un certo punto (alcune frasi del protagonista, in effetti, son vere e proprie frasi da maestro spirituale... che si prende cura delle sue piantine-allievi per farle crescere e sviluppare a livello di coscienza).
 
Ma mettiamo da parte eventuali significati simbolici e torniamo al film in sé come prodotto cinemaotgrafico: Oltre il giardino è una commedia-dramma assai garbato, che da un lato si dimostra godibile, mentre dall’altro ironizza sulla dicotomia tra come sono le cose e come le si vuole vedere-interpretare…
… anche grazie al potere mediatico della televisione, da un lato pane quotidiano di Chance, e dall’altro strumento che in breve tempo impone a centinaia di milioni di persone un personaggio, in modo decisamente distorto rispetto a come egli è in realtà.

Film curioso e decisamente meritevole di visione, anche per l’eccellente interpretazione di Peter Sellers, un attore che avrebbe probabilmente meritato fama e successo maggiori di quelli che ha avuto.

Fosco Del Nero



Titolo: Oltre il giardino (Being there).
Genere: commedia, esistenziale, surreale, psicologico.
Regista: Hal Ashby.
Attori: Peter Sellers, Shirley MacLaine, Melvin Douglas, Jack Warden, Richard A. Dysart, Fran Brill, Richard Basehart.
Anno: 1979. 
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

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