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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 7 aprile 2008

Planescape - Torment

Un luogo comune recita che i videogiochi sono cose per bambini o comunque per ragazzini.

Qualunque persona intelligente dovrebbe comprendere da sé la falsità di tale credenza, che tale per l'appunto è, una credenza, e non un dato di fatto.
Alcuni pensano la medesima cosa dei fumetti, peraltro, altri dell'animazione e così via.

Piuttosto che pensare a uno spartiacque tra cose per ragazzi e cose per adulti (tra l'altro sarebbe difficile individuare la soglia tra le due categorie), ha invece più senso ritenere che ogni forma comunicativo-creativa (romanzi, fumetti, film, musica, videogiochi, etc) possa essere declinata in infiniti modi, tra i quali alcuni più adatti a una certa fascia di età e altri a un'altra.

In origine non avevo pensato di parlare di videogiochi, e onestamente credo che lo farò poco anche in futuro... ma non potevo non scrivere un post su Torment, il videogioco più bello e coinvolgente che abbia mai fatto.
E negli anni passati ne ho fatti tanti (purtroppo il tempo limita di molto questa mia passione, ormai confinata a scampoli estivi).

Partiamo dall'inizio: Planescape - Torment è un gioco di ruolo fantasy, sviluppato nel 1999 da Black Isle Studios, lo stesso creatore del più noto Baldur's Gate, ed è basato sulle regole di Advanced Dungeons & Dragons.

Chi se ne intende un minimo sa che i videogiochi di ruolo si caratterizzano per essere piuttosto lunghi, per avere molti personaggi (alcuni dei quali utilizzabili dal giocatore), una trama fitta e una connotazione concettuale affiancata a una d'azione (quale prevalga tra le due dipende da caso a caso).
Ebbene, Torment estremizza questa caratteristica: la trama è monumentale, le situazioni proposte numerose, gli spunti di riflessione tanti e profondi, i temi trattati assolutamente adulti e importanti (ritorniamo al discorso di prima: vi sono videogiochi profondi e non, film profondi e non, romanzi profondi e non).

Non a caso, in Torment il linguaggio e la parola sono molto importanti, non solo perché a seconda di intelligenza e saggezza del proprio personaggio si hanno a disposizione differenti modi di interagire con i personaggi non giocanti, ma anche perché dalle scelte intraprese la storia muta profondamente.

Sempre non a caso, i dialoghi sono numerosi e sostanziosi, contenenti spesso tematiche di tipo esistenzialistico o filosofico: la giustizia, la verità, la morte, il dolore, la morale.
In particolare, risulta ricorrente la domanda: "Cosa può cambiare la natura di un uomo?", vero motivo conduttore di questa grandiosa opera.

La scelta di utilizzare molto i dialoghi sopperisce anche alle lacune tecniche che il videogioco, ormai datato, palesa: in effetti, graficamente parlando, si tratta di un semplice isometrico bidimensionale, anni luce lontano, per esempio, dai moderni Oblivion e soci.
Questo, però, se vogliano ha costituito proprio il punto di forza del gioco, sorta di mix tra videogioco e romanzo, tanta è la parte narrata che il giocatore è "costretto" a immaginare e vivere mentalmente.

Aggiungiamo anche che la colonna sonora è assolutamente adatta all'atmosfera malinconica e desolata (ma al contempo largamente affascinante) del gioco, contribuendo a rafforzarla a sua volta.

Passiamo ora brevemente all'inizio della storia: il protagonista, un uomo grinzoso e pieno di cicatrici e tatuaggi, si sveglia nel mortuario della città di Sigil.
Non a caso, visto che era davvero morto.
E' infatti un immortale, che però non si ricorda niente del suo passato (in molti però mostreranno di averlo conosciuto).
La sua compagnia è perfettamente adeguata alla circostanza: il suo compagno è Morte, un teschio fluttuante, che tempestivamente lo informa delle scritte che campeggiano sulla sua schiena, dai cui indizi comincia il viaggio-ricerca dell'uomo.

Visto che il protagonista del gioco (Nameless One, ossia Senza Nome) è immortale, è praticamente impossibile perdere, ma solamente terminare con un finale negativo.
Al finale comunque ci si arriverà dopo talmente tante peripezie da non potersi riassumere neanche in breve.

Al volo diciamo solo che si può costituire un gruppo di diversi combattenti (qualcuno però rimarrà fuori per forza), che si potrà aderire a uno dei tanti gruppi-fazioni che popolano tutto il mondo di Planescape e che ci si potrà specializzare in una delle varie categorie (guerriero, mago, ladro, etc).

La profondità del gioco è ulteriormente acuita dal fatto che in esso ogni personaggio, persino i non giocanti secondari, manifesta una sua personalità, nonché un certo modo di comportarsi e di parlare, a seconda dell'ambiente in cui ci si trova o del grado di amichevolezza nei nostri confronti (ad esempio, chi è della nostra stessa fazione o chi manifesta un allineamento simile sarà più disposto ad aiutarci... a proposito, il nostro allineamento non lo scegliamo noi, ma varierà nel gioco a seconda dei nostri comportamenti fattivi).

In poche parole, Torment è un'esperienza di vita.
Perciò, se siete indecisi su quale videogioco iniziare, procuratevelo senza indugio.
E non fatevi scoraggiare dalla limitatezza grafica del prodotto (al tempo comunque un ottimo 2d), perché ne varrà grandemente la pena.

Ma probabilmente basterà giocare qualche minuto, arrivare al primo dialogo tra Nameless e Deionarra, sublimare al connubio tra parole, colori e accompagnamento audio per convincersi definitivamente che il gioco vale la candela.

Chiudo la recensione con un biasimo: questa meraviglia della creatività umana, che io tratto alla stregua di un grande libro, inizialmente non era stata distribuita in Italia e, solo grazie al grande successo ottenuto negli Usa e alla traduzione di un gruppo amatoriale (sia benedetto), è stata poi venduta anche qua da noi, ma sempre senza traduzione ufficiale.

Considerando che in Italia incassano cifre spropositate i film di Vanzina e di Muccino, mentre registi come Lynch, Cronenberg e Miyazaki sono quasi sconosciuti, forse ci meritiamo davvero che nessuno porti qua da noi le cose belle.

Fosco Del Nero



Titolo: Planescape - Torment (Planescape: Torment).
Genere: fantasy, gdr, gioco di ruolo.
Produttori: Black Isle Studios.
Anno: 1999.
Voto: 9.
Dove lo trovi: qui.

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