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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

domenica 18 maggio 2008

Ali grigie - Haibane renmei - Tomokazu Tokoro

Mi è stato fatto notare che era da un po' che non recensivo anime, e allora ho voluto rimediare.

Inizio col dire che l'anime in questione, Ali grigie - Haibane renmei, è tratto da un manga disegnato da Yoshitoshi Abe, ma confesso di non conoscere né il fumetto né il suo autore.
Ho però avuto la fortuna di incrociare la relativa serie animata, composta da tredici episodi, il cui incipit è letteralmente favoloso.

Una piccola descrizione è d'obbligo: gli Haibane sono dei giovani, alcuni ragazzi più grandi e alcuni bambini più piccoli, che nascono da un bozzolo, formatosi apparentemente dal nulla, e vivono in una comunità di consimili all'interno di una città umana, la quale a sua volta sta all'interno di un perimetro formato da altissime mura, invalicabili e portatrici di morte se le si tocca.
Solo i corvi le possono sorpassare, ovviamente volando.

Proprio un corvo era presente nel sogno di Rakka, la protagonista, che, prima di "incarnarsi" nel bozzolo, ha sognato di cadere con un corvo che le volava accanto.
"Rakka" per l'appunto significa "cadere", giacché gli Haibane prendono il nome da un elemento caratteristico del loro sogno, che peraltro fanno in modo ricorrente nel corso della loro vita. Anche se, a dire il vero, mentre il nome che deriva dal sogno è quello pubblico, legato al loro percorso di vita, una sorta di nome "anagrafico", ogni haibane ha anche un nome segreto, che deve arrivare a conoscere e conquistare lungo il suo percorso personale: questo secondo è una sorta di nome iniziatico. Dunque, il nome derivante dalla precedente esperienza di vita è il destino ("nomen omen"); il nome segreto rappresenta invece il nome iniziatico acquisito con il progresso spirituale.

"Haibane renmei" significa "ali grigie", proprio perché gli Haibane hanno delle piccole ali, di un grigio variabile da individuo a individuo.

Tra l'altro proprio le ali costituiranno un elemento importante della storia, visto che manifesteranno un collegamento con la vita emotiva degli Haibane... e la vita emotiva in realtà è proprio il nucleo dell'opera: perché gli Haibane esistono? Perché hanno quelle piccole ali? Perché dopo un certo periodo di tempo essi svaniscono? Hanno qualche missione animica da portare avanti prima di potersene andare? Perché fanno un sogno ricorrente (ma alcuni di essi non lo ricordano... come mai?)? Da dove vengono? E perché sono costretti a quella sorta di "purgatorio": che abbiano dei peccati da scontare?

La serie animata è di una delicatezza unica: profonda, misteriosa e coinvolgente, anche se globalmente parlando un poco triste, tanto che ve la consiglio spassionatamente.
Il primo episodio di Ali grigie - Haibane renmei, in particolare, è molto bello, ma anche il resto della serie è di ottimo livello.

Peraltro, la storia non manca di simboli esistenziali: l'anima che si incarna in un corpo ma si dimentica del suo passato, che tuttavia sa per certo esservi poiché ogni creatura ha un certo corpo, un certo carattere, fa certi sogni, etc; tutti si ritrovano all'interno di un mondo materiale da cui non possono uscire e in cui devono scoprire qualcosa, in tempi e modi molto variabili; essi hanno delle ali che però non sono formate in modo esteso, essendo di fatto inutili (ossia sono degli angeli non ancora completi che per ora non possono volare... ma per il momento hanno delle aureole, a confermare la potenziale "santità"); vi sono un tempio e dei monaci/sacerdoti, a confermare che la questione spirituale è centrale nella storia; secondo l'anzianità, vi sono degli haibane "novizi" e degli haibane "istitutori", fatto che ricorda molto il rapporto tra l'allievo e il maestro; prima o poi tutti lasceranno quel regno materiale, semplicemente svanendo, evento che chiamano "il giorno dell'ascesa" (con tanto di luce verticale verso il cielo); si parla apertamente di perdono e di salvezza da ottenere, secondo la propria esistenza precedente e corrente. Simboli abbastanza chiari e in numero considerevole.

La stessa tonalità grigia delle ali, che dà il nome stesso all'opera, lascia intendere un fattore mediano: le ali, come viene detto nel primo episodio della serie, non sono né bianche né nere, ma di un grigio intermedio... di un grigio che simbolicamente, spiritualmente parlando, deve divenire bianco.
Altro fattore mediano: gli haibane da un lato desiderano ascendere, ma dall'altro lato, chi più e chi meno, sono attaccati alla loro vita materiale... esattamente come l'ego è attaccato alla vita mondana e, per quanto in certi casi pervaso da un anelito di risveglio, per certi versi desidera rimanere ancora addormentato nella materia.

Tra le tante frasi che avrei potuto accludere alla recensione, ne allego alcune in rappresentanza di tutte le altre.

"Nessuno sa chi siamo."

"Reki è  sperduta nelle tenebre.
Deve affrontare le tenebre faccia a faccia e da sola."

"Niente dura in eterno.
Tutto finisce prima o poi.
E questo è giusto, perché adesso è soltanto adesso."

Inserisco di seguito il video della sigla finale, che dà l'idea di che tipo di atmosfera si respira nella serie e che, peraltro, è accompagnata da una canzone molto bella (si chiama Free bird, nel caso vi interessi).

Fosco Del Nero



Titolo: Ali grigie (Haibane renmei).
Genere: fantasy, drammatico.
Regista: Tomokazu Tokoro.
Anno: 2002.
Voto: 8
Dove lo trovi: qui.


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