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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 31 dicembre 2008

The orphanage - El orfanato - Juan Antonio Bayona

Recensisco oggi il film horror spagnolo del 2008 che ha vinto numerosi premi e che ha registrato un grande successo in Spagna e in tutto il mondo (già acquistati i diritti per il remake americano): parlo di The orphanage - El orfanato (ossia "L’orfanotrofio").

Si tratta di un horror psicologico, laddove il secondo elemento, la tensione emotiva dei protagonisti, è più importante del primo, il dato orrorifico puro e semplice.

Per intenderci, siamo un po’ sul genere di The others, bellissimo film di Amenabar con Nicole Kidman.
Non solo l’elemento dell’atmosfera è comune ai due film, ma anche alcuni altri.

In entrambi, per esempio, la protagonista assoluta è una donna: in The orphanage si tratta di Laura, che costituisce il centro principale del film.

In entrambe le storie, inoltre, gioca un ruolo centrale una grande e vecchia casa: l’orfanotrofio del titolo, per l’appunto, luogo di vecchi e incessanti ricordi… e non solo ricordi…

Ecco in breve la trama di The orphanage: Laura è un’orfanella, e vive per l’appunto in un orfanotrofio, grande e bellissimo. Un bel giorno, però, viene adottata, e lascia il posto.
Da grande, e sposata con Carlos, decide di andare a vivere proprio in quel palazzo, al momento abbandonato.
I due hanno anche un bambino, Simon, a sua volta adottato, nonché gravemente malato: infatti egli ha l’aids, e necessita dunque di continue cure.
A un certo punto il bambino inizia a manifestare segnali preoccupanti: ha degli amici immaginari, si comporta in modo strano, ogni tanto sparisce…

Ecco l’incipit di The orphanage, sorta di bizzarro triangolo tra Laura, Simon e l’orfanotrofio.

Ed ecco il mio parere sul film: un discreto film, che però non merita gli onori della ribalta.
Ok, è assolutamente ben fatto e incuriosisce lo spettatore, tuttavia non presenta alcun carattere di originalità, e peraltro non può considerarsi un horror, visto che non spaventa affatto.

Ma questa, eventualmente, è colpa della distribuzione e del marketing, non certo di regista e attori.

Insomma, The orphanage - El orfanato è a mio avviso un discreta ghost story, ma nulla di più.
Aggravante è la grande somiglianza con Saint Ange, film francese del 2004.

Fosco Del Nero



Titolo: The orphanage - L'orfanotrofio (El orfanato).
Genere: horror, thriller, psicologico.
Regista: Juan Antonio Bayona.
Attori: Belen Rueda, Fernando Cayo, Roger Princep, Montserrat Carulla, Mabel Rivera.
Anno: 2008.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 29 dicembre 2008

Amore e guerra - Woody Allen

Dopo Manhattan e Scoop, ecco un altro film firmato da Woody Allen: Amore e guerra.
Se Manhattan mi era piaciuto decisamente (non a caso è uno dei film più noti del regista ebreo) e Scoop discretamente, ma senza esagerare, per Amore e guerra sono letteralmente impazzito.

È infatti uno dei film più divertenti e acuti che abbia mai visto, con Woody Allen letteralmente scatenato.

L’inizio rende bene l’idea di che tipo di film si sta andando a guardare e si segnala per un’ironia veramente fulminante.

E il prosieguo non è da meno, con umorismo a raffica e di grande qualità.

Sostanzialmente Amore e guerra è una rivisitazione ironica del libro Delitto e castigo di Dostoevskij, anche se il nome ricorda più Guerra e pace di Tolstoj.

Ad ogni modo, di fatto il film racconta la guerra napoleonica tra Francia e Russia del 1800, anche se naturalmente il tutto è un rivisitazione in pieno stile alleniano…

Protagonisti, ma è persino ozioso dirlo, Woody Allen e Diane Keaton, nei panni rispettivamente di Boris Grushenko e di Sonjia, una cugina di cui il primo è perdutamente innamorato e con cui intrattiene profonde e dotte discussioni concettuali, che però non lo ricambia, preferendogli suo fratello Ivan, decisamente più atletico ma anche decisamente più rozzo.
La guerra è imminente, ma Boris non vorrebbe parteciparvi… tuttavia…

Come detto, Amore e guerra è semplicemente strepitoso, film al contempo divertente e profondo.

Infatti, l’umorismo di Allen (che segue l’umorismo assai differente da quello del più "fisico" e fantasioso Il dormiglione) non è fine a se stesso, ma si rivolge alle sue paure e inquietudini, che sono palesemente riportate nel film: il timore della morte, la concettualità preferita all’azione, la fallacità della vita, il rapporto conflittuale con le donne, etc.

Quando idee e ironia si sposano in una storia irresistibile… ovviamente consigliatissimo.

Fosco Del Nero



Titolo: Amore e guerra (Love and death).
Genere: commedia, storico, comico.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Diane Keaton, Harold Gould, Olga Georges-Picot, Féodor Atkine, Yves Barsacq, Lloyd Battista, Jess Barker, Henri Coutet, Despo Diamantidou, Jessica Harper, James Tolkan, Frank Adu.
Anno: 1975.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 24 dicembre 2008

Half-unawake - Stefano Pasotti





Ho trovato per caso su internet Half-unawake, un cortometraggio girato nel 2008 da un giovane regista italiano, il diciottenne Stefano Pasotti.
Vinto dalla curiosità, ho deciso di guardarlo e di recensirlo.

Intanto, qualche dato: si tratta di un thriller psicologico della durata di 46 minuti, tanto girato da un regista non professionista, quanto recitato da attori non “di ruolo”.
Cosa che, onestamente, si vede in entrambe le direzioni.

E non solo manca l’esperienza al regista e il talento agli attori, ma mancano anche i mezzi di produzione, dal momento che Half-Unawake è, come intuibile, una produzione a bassissimo costo.

Proprio tale fattore, oltre che la giovane età del regista, fa chiudere un occhio sui numerosi difetti del film, il quale, peraltro pecca anche di scarsa originalità, visto che ricorda molto da vicino thriller psicologici quali Memento e L'uomo senza sonno.

Ma guardiamo anche i lati positivi: il prologo è buono e mette curiosità, così come sono buone alcune inquadrature.

Del tutto ottime invece le musiche, veramente d’atmosfera.

Carenti al contrario i dialoghi, spesso ridotti a un linguaggio forzato e gradasso.

Ciò che più mi conta sottolineare, comunque, al di là di montaggio, colonna sonora, recitazione, etc, è la passione e l’impegno che alcune persone mettono in quello che fanno, non avendo paura di seguire il proprio sogno.

In tal senso, il voto negativo dato a Half-unawake non ha alcuna importanza, e anzi al regista vanno i miei migliori auguri di un’ottima carriera nel cinema.

Fosco Del Nero



Titolo: Half-unawake (Half-unawake).
Genere: thriller, psicologico, drammatico.
Regista: Stefano Pasotti.
Attori: Francesco Viglione, Cecilia Laudisio, Stefano Pasotti, Lorenzo D'Orio, Giacomo Chiappara, Matteo Montagna, Nicolò Previati.
Anno: 2008.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 21 dicembre 2008

Scoop - Woody Allen

Altro film di Woody Allen, anche se più recente rispetto al già recensito e divertente Manhattan: parlo di Scoop, film del 2006.
Tanto recente che Woody qua appare già vecchiotto, e in compagnia di un’attrice recente star del mondo del cinema, ossia la bella Scarlett Johansson.

L’inizio di Scoop è vivacissimo, per metà ambientato nel mondo reale (ovviamente a New York) e per metà nel mondo dei (recentemente) morti, con tanto di Morte che sta traghettando le anime degli uomini appena deceduti.

Ecco il motivo di tale dicotomia: Joe Strombel, noto giornalista d’assalto, compare a Sondra Prensky (Scarlett Johansson), ospite della serata di magia di Sid Waterman (Woody Allen), e le confida che ha saputo nell’aldilà che Peter Lyman (Hugh Jackman), giovane uomo miliardario e assai conosciuto, è il serial killer che sta scuotendo la comunità.

La ragazza e il mago iniziano allora a indagare, anche se, non essendo dei professionisti del settore (lei è un’aspirante giornalista, ma ancora acerba), trovano non poche difficoltà.
Acuite peraltro dal fatto che Sondra si innamora di Hugh e si fidanza con lui.
Nonostante ciò, Sid è ancora convinto lui sia un assassino, e intende provarlo.

Si può intuire la mole di situazioni comiche che ne deriva, col film che risulta abbastanza ben riuscito e piacevole.

Anche se, a mio avviso, Scoop non raggiunge affatto il livello di Manhattan, ben più ispirato.

Ad ogni modo, se siete fan di Woody Allen, di Scarlett Johansson o se vi piacciono le commedie divertenti, guardatelo pure.

Fosco Del Nero



Titolo: Scoop (Scoop).
Genere: commedia, comico.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Scarlett Johansson, Hugh Jackman, Romola Garai, Jan McShane.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 17 dicembre 2008

Il viaggio della sposa - Sergio Rubini

Avevo visto Il viaggio della sposa molti anni fa, senza peraltro sapere né chi fossero Sergio Rubini o Giovanna Mezzogiorno.

Il film mi aveva lasciato una sensazione molto positiva, sia l’avventura in esso raccontata, sia per il bel rapporto tra i due protagonisti, lo stalliere Bartolo (Rubini) e la giovane contessa Porzia (Mezzogiorno).

A distanza di anni, e ritenendo ora da un lato Sergio Rubini un attore assai ben caratterizzato e un interessantissimo regista, e dall’altro Giovanna Mezzogiorno l’attrice italiana più dotata, posso confermare il primo giudizio.

Ecco in breve la storia de Il viaggio della sposa : Porzia, promessa sposa di un conte e fino a quel momento vissuta in un convento, inizia un viaggio diretta al suo signore, accompagnata da una scorta da egli inviata.
In tale scorta sta Bartolo, un povero e ignorante popolano.

Un agguato di un gruppo di banditi metterà però tutto a soqquadro, con la signora e Bartolo alla fine unici sopravvissuti.

Inizia così una sorta di viaggio picaresco, che vedrà i due arrangiarsi in un modo o nell’altro.

L’Italia centromeridionale del primo 1600 ovviamente porta con sé costumi e parlate particolari, che poi alla fine costituiscono la parte più curiosa e divertente del film, specialmente per l’italiano maccheronico di Bartolo, veramente spassoso.

Ma, costumi e lingua a parte, Il viaggio della sposa è soprattutto una storia d’amore e di sentimenti, che riesce ad appassionare lo spettatore.

Poi, Sergio Rubini e Giovanna Mezzogiorno sono bravissimi (quest’ultima è anche bellissima, e non me ne voglia il primo), e con la loro recitazione danno valore al film.

Insomma, Il viaggio della sposa è un film assolutamente consigliato.

Fosco Del Nero



Titolo: Il viaggio della sposa (Il viaggio della sposa).
Genere: commedia, drammatico, avventura.
Regista: Sergio Rubini.
Attori: Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno, Umberto Orsini, Carlo Mucari.
Anno: 1997.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 14 dicembre 2008

Manhattan - Woody Allen

In vita mia ho visto pochi film di Woody Allen, sia del Woody Allen regista che di quello attore (anche se, occorre dire, le due cose spesso coincidono).

Ebbene, da poco mi sono chiesto perché, dato che trovo il sarcasmo dell’attore americano terribilmente divertente ed efficace.
Allora, molto semplicemente, ho deciso di procurarmeli e di guardarli.

Manhattan è il primo film della serie.

Trattasi di una commedia brillante del 1979, con protagonisti Woody Allen e Diane Keaton, sua attrice feticcio.

Manhattan, come deducibile dal nome ambientato a New York, racconta la storia di Isaac Davis, un uomo di mezza età che sta con una ragazzina, Tracy, ma che scopre di essere attratto da Mary Wilke, che però è l’amante del suo migliore amico, Yale.

Da questo snodo di partenza parte una serie di situazioni divertenti e piacevoli, con l’umorismo alleniano che la fa da padrone.

Tra battute ironiche, citazioni colte e gag di vario tipo, il film scorre via veloce e godibile.

Mi rendo conto che Woody Allen ha un suo stile particolare, unico anzi, e che potrebbe non piacere, ma i suoi film a mio avviso sono spesso irresistibili, o comunque decisamente ben riusciti.
Come questo Manhattan, commedia assai arguta e spassosa sull’amicizia e sulle relazioni uomo-donna.

Film e regista assolutamente consigliati.

Fosco Del Nero



Titolo: Manhattan (Manhattan).
Genere: commedia.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Diane Keaton, Michael Murphy, Mariel Hemingway, Meryl Streep, Anne Byrne, Michael O'Donoghue, Karen Ludwig.
Anno: 1979.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 11 dicembre 2008

Babylon A. D. - Mathieu Kassovitz

Da poco ho recensito Pitch Black, film di fantascienza del 2000 con Vin Diesel, e mi sono avvicinato a questo Babylon A.D., altro film di fantascienza con Vin Diesel, con uno spirito simile.

Mi aspettavo dunque una fantascienza futuristica, dura, e con un personaggio principale altrettanto duro.

Babylon A.D. è ambientato in un prossimo futuro, in cui potere, denaro, interessi politici e religione la fanno da padrone, scontrandosi aspramente tra di loro (e questa non è la parte fantascientifica).

In tale futuro, vi è una ragazza, Aurora, al centro di interessi contrapposti.
La vogliono potenti, scienziati e religiosi, ma all’inizio non si capisce bene perché.

Babylon A.D. si presenta dapprincipio accattivante e interessante, con il personaggio duro che ci si aspettava (Toorop) e uno sfondo socio-politico promettente.
Tuttavia, la storia perde colpi pian piano, scemano a livelli di assoluta mediocrità.

Non le giova, inoltre, il ricordare Il quinto elemento, ottimo film di Luc Besson: in entrambi c’è un futuro tecnologico e pericoloso, un protagonista dai nervi d’acciaio (nell’altro film è Bruce Willis) e una ragazza misteriosa oggetto delle mire di molti (nell’altro film è Milla Jovovich).

Sarà una coincidenza, forse, ma pure il regista di questo film è francese, ed è Mathieu Kassovitz, già regista de L’odio e I fiumi di porpora, ma soprattutto già attore ne Il favoloso mondo di Amelie.
Inoltre, Babylon A. D. più che un film di fantascienza sembra ridursi a una specie di lotta su lara scala tra genitori per l’affidamento di un figlio… e se vedrete il film capirete perché.

Anche se, personalmente, vi consiglio di mirare altrove.
Se volete un film di fantascienza con un personaggio bello duro potete provare con lo stesso Pitch Black, o persino con lo storico Alien (con Sigourney Weaver), da cui il primo film con Riddick ha preso diversi spunti.

Fosco Del Nero



Titolo: Babylon A. D. (Babylon A. D.).
Genere: fantascienza.
Regista: Mathieu Kassovitz.
Attori: Vin Diesel, Melanie Thierry, Charlotte Rampling, Gerard Depardieu, Michelle Yeoh, Mark Strong, Lambert Wilson, Jerome Le Banner.
Anno: 2008.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 7 dicembre 2008

Denti - Gabriele Salvatores

Dopo aver recensito Teeth-Denti, film scandalo americano, è il turno del quasi omonimo Denti, girato da Gabriele Salvatores nel 2000.
Evidentemente è un periodo odontoiatrico…

Inizio col dire che Salvatores mi piace parecchio come regista, e non a caso, da Mediterraneo a Marrakech express, egli è uno dei registi italiani più apprezzati all’estero.
Senza dimenticare l’interessante e originale Nirvana.

Peraltro, anche questo Denti è un film surreale.

Intanto, il titolo è estremamente fedele al contenuto del film: i denti sono il perno centrale della vicenda, che vede protagonista Antonio, giovane uomo dalla dentatura bizzarra e sregolata.
Come sregolata è anche la sua vita, che ha con i suoi denti uno strano parallelismo, sia da quando egli era bambino.

La recitazione è ottima, sia per merito di Sergio Rubini, che della bella Anita Caprioli.

Di Denti convince in modo particolare il rapporto tra Antonio e i suoi parenti morti, la madre (Anouk Grinberg) e lo zio (Fabrizio Bentivoglio).

Divertente il rapporto col secondo, un uomo di mondo assai spigliato e pratico, mentre è proprio bello il rapporto con la prima (in tal senso mi ha ricordato i ricordi d’infanzia di Il mistero di Sleepy Hollow).

Insomma, questo incrocio tra film surreale, commedia e film drammatico ha un suo perché, e a me non è dispiaciuto affatto…

Fosco Del Nero



Titolo: Denti (Denti).
Genere: surreale, drammatico, commedia.
Regista: Gabriele Salvatores.
Attori: Sergio Rubini, Paolo Villaggio, Anita Caprioli, Anouk Grimberg, Fabrizio Bentivoglio, Tom Novembre, Angela Goodwin, Franco Trevisi.
Anno: 2000.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 5 dicembre 2008

Un’adorabile idiota - Edouard Molinaro

Un’adorabile idiota è l’ennesimo esempio di come un ottimo film del passato sia stato del tutto dimenticato, e questo a dispetto della buona qualità nonché dell’importanza della sua attrice protagonista, ossia Brigitte Bardot, al tempo vera icona femminile europea e mondiale.

Non è il primo esempio di tali film passati in Cinema e film, visto che ho già recensito Una fidanzata per papà di Minnelli, La mia droga si chiama Julie di Truffaut e l’italianissimo Il sorpasso di Risi, mentre seguiranno a breve il triste Io la conoscevo bene con Stefania Sandrelli e l’ispirato Come sposare una figlia con Sandra Dee.

Insomma, di bei film del passato ce ne sono molti, e sta tutto nel riscoprirli.
Avevo scorto Un’adorabile idiota in tv, per caso, e subito mi aveva impressionato per la sua freschezza; mi ero dunque ripromesso di vedere in seguito l’intero film, cosa che ho fatto.

Un’adorabile idiota è la storia di Harry Compton (Anthony Perkins), una spia russa che vive in Inghilterra e che trafuga informazioni per la madrepatria.
La missione di cui verrà investito lo porterà a incrociare la strada di Penelope (Brigitte Bardot), una giovane, bellissima e svampita sarta, di cui egli si innamorerà nonostante la sua semplicità.

Da qui, tutta una serie di gag e dialoghi brillanti, per un film commedia veramente gustoso.
Di cui colpiscono alcune cose:
- la bellezza di Brigitte Bardot (che mi ha colpito come mi colpì quella di Catherine Deneuve in La mia droga si chiama Julie: le generazioni seguenti tendono a vedere nelle star di quelle precedenti niente altro che degli attori-attrici anziani, spesso sottovalutando la bellezza che furono in passato e l'impatto che esercitarono sui loro tempi),
- la vivacità del montaggio, nonché alcune scelte di regia, veramente innovative per l’epoca,
- la brillantezza dei dialoghi, che rendono il film veramente piacevole.

Non ho potuto inoltre fare a meno di pensare che la figura della protagonista de La tata, famosa sit-com dei tempi odierni, sia stata cucita proprio sui panni di Penelope: bella, svampita, leggera, a tratti stupida ma a tratti brillante.

In conclusione, Un’adorabile idiota è davvero un buon prodotto: ve lo consiglio vivamente, specie se avete un buon senso dell’umorismo e amate le commedie.

Fosco Del Nero



Titolo: Un’adorabile idiota (Une ravissante idiote).
Genere: commedia, comico.
Regista: Edouard Molinaro.
Attori: Brigitte Bardot, Anthony Perkins, Gregoire Aslan, Denise Provence, Jean-Marc Tennberg, Hans Verner.
Anno: 1963.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 2 dicembre 2008

La vita segreta delle parole - Isabel Coixet

La vita segreta delle parole è un film decisamente drammatico, che dispiega il suo contenuto di tristezza lungo tutto il suo evolversi, prima lasciandolo intuire e poi spiegandolo a parole.

E già, per quanto mi riguarda, non si comincia bene, dato che i film deprimenti non sono affatto il mio genere preferito.

Anzi, per dirla tutta, La vita segreta delle parole è il ritratto della monotonia e della depressione, con la sua protagonista che si mostra come una sociopatica paranoica.
Il lato negativo è dunque la totale mancanza di gioia.

Quello positivo?

Il fatto che la storia sia molto delicata, e a tratti struggente (ma così torniamo al punto negativo).

Altro lato positivo è il rapporto che si instaura tra i due protagonisti: l’infermiera e l’uomo che essa cura (Tim Robbins), sopravvissuto a un incidente e del tutto dipendente dalle cure esterne.

Preferenza per commedia o dramma a parte, alcune cose non convincono:
- il film spesso sembra puntare al drammatico per il drammatico, puntando dunque tutto sulla sofferenza al di là di altri contenuti. Una scelta narrativa troppo facile (metterla sul facile pathos).
- il protagonista prima sembra incapace anche delle cose più elementare, come mangiare o urinare, mentre poco dopo muove le mani, accarezza, abbraccia e non sente più dolore per le ustioni sul suo corpo.

In definitiva, La vita segreta delle parole è una storia delicata e la descrizione del rapporto profondo che si instaura tra un’infermiera dal passato difficile e un uomo sopravvissuto a un incidente non bastano per realizzare una film meritevole di essere guardato (nonostante la buona recitazione di Tim Robbins e Sarah Polley).
Almeno, secondo me, poi fate voi….

Fosco Del Nero



Titolo: La vita segreta delle parole (La vida secreta de las palabras).
Genere: drammatico.
Regista: Isabel Coixet.
Attori: Sarah Polley, Tim Robbins, Javier Camara, Julie Christie, Sverre Anker Ousdal, Eddie Marsan, Steven Mackintosh.
Anno: 2005.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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