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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

venerdì 13 febbraio 2009

Judson Laipply - Il video più visto di sempre su YouTube



Quest'oggi niente recensione di film (tanto, ormai in archivio ce ne sono quasi 200, e quindi avete già molta scelta: in particolare, vi consiglio di procurarvi i titoli della classifica dei migliori film, che trovate in homepage sulla destra), ma un video tratto da YouTube... che non è niente di meno che il video più visto di tutti i tempi nel famoso portale di video.

Si tratta di un numero di danza di tale Judson Laipply, noto ballerino tanto bravo a ballare quanto a far ridere il suo pubblico.

Non a caso, il video, chiamato The evolution of dance, ha già avuto oltre 122 milioni di visualizzazioni, e solamente su Youtube!

Sulle prime non sembra niente di che, ma continuate a guardare, perchè sono 6 minuti di video divertentissimi: in pratica si tratta di un medley di canzoni e balli famosi, da Michael Jackson a John Travolta di Grease, dai Village People a Mc Hammer.

Non mi resta che augurarvi buona visione.

Fosco Del Nero

The chronicles of Riddick - David Twohy

The chronicles of Riddick è il seguito del già recensito Pitch Black, film di fantascienza di buon successo del 2002 con protagonista Vin Diesel.

L’attore è protagonista anche di questo secondo episodio… ma è forse l’unico punto di somiglianza dei due film, che in realtà differiscono di molto l’uno rispetto all’altro.

Pitch Black difatti si presentava come il classico fanta-horror in stile Alien, ricordandolo peraltro anche nella trama: il protagonista (Vin Diesel da un lato, Sigourney Weaver dall’altro) si sveglia in una nave spaziale prima del tempo programmato, con l’astronave che precipita su un pianeta in cui una pericolosissima specie aliena ha distrutto la precedente colonia umana e con anche questo equipaggio che perde i suoi elementi uno ad uno.

Come detto, The chronicles of Riddick cambia totalmente registro: più che Alien di Ridley Scott, infatti, il film ricorda Dune di David Lynch. Più che un fanta-horror, dunque, il film è una storia di fantascienza socio-politica.
Insomma, meno azione e più intrighi di palazzo…

Se Pitch Black, semplicemente, proponeva lo scontro tra uomo e razza aliena, in The chronicles of Riddick abbiamo i Necromonger, degli uomini appartenenti a una religione molto pervasiva (riferimento a qualche famosa psicosetta?), abbiamo una Razza elementale, abbiamo il popolo dei Furiani, etc.

Anche in questo secondo film è massiccio l’uso di effetti speciali, in pieno stile colossal.

E, in effetti, forse è proprio questo il principale punto debole della pellicola: mentre Pitch Black si era limitato a descrivere un incidente e uno scontro (come abbiamo visto, secondo una trama nemmeno originale), ma facendolo bene, The chronicles of Riddick ha l’ambizione di disegnare uno scenario di tipo politico, culturale, sociale e religioso… non riuscendo però a imprimere alla storia quella magnificenza che probabilmente era nelle intenzioni originali.
La sensazione è dunque quella di un’incompiuta.

Anche il finale è poco convincente: secondo la logica dei Necromonger, per i quali chi uccide eredita i titoli di colui che è ucciso, non si capisce perché non si fosse assistito prima dell’intervento di Riddick a un assassinio dietro l’altro…

In definitiva, The chronicles of Riddick è secondo me un film sufficiente, ma nulla più, inferiore peraltro al suo predecessore.

Fosco Del Nero



Titolo: The chronicles of Riddick (The chronicles of Riddick).
Genere: fantascienza, avventura.
Regista: David Twohy.
Attori: Vin Diesel, Keith David, Colm Feore, Linus Roache, Karl Urban,Thandie Newton.
Anno: 2004.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

martedì 10 febbraio 2009

Casino royale - John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath, Robert Parrish

La recensione di oggi è dedicata a un film del 1967 oggi praticamente sconosciuto, nonostante il suo cast veramente stellare e la sua notevole verve, che raramente ho apprezzato in altre pellicole: parlo di Casino royale.

Comincio col riferire il parere sul film di Woody Allen, uno dei suoi attori interpreti (benché un interprete minore): “Casino royale è un manicomio!”.
E se lo diceva lui, ci sarebbe da credergli.

E, in effetti, Casino royale è veramente un film fuori dalle righe e da ogni schema.
A partire dalla regia: i suoi registi non sono uno o due, ma addirittura cinque, e segnatamente John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath e Robert Parrish.

Si capirà come, con cinque teste a dirigere il tutto, il rischio fosse quello di non avere un’unità di intenti ben definita, e in effetti forse l’unico difetto del film è una certa sfilacciatura, di cui ogni tanto si ha l’impressione.
Ma Casino royale va comunque avanti, essendo dotato di una propria forza trascinante.

Ok, cominciamo a definirlo: si tratta di una commedia, e precisamente di una parodia comica delle storie di James Bond.

James Bond nel film è David Niven, attore di grande spessore, il quale è affiancato, giusto per fare alcuni nomi, da Peter Sellers (Il dottor Stranamore, Hollywood party, Oltre il giardino), Ursula Andress (Agente 007 - Licenza di uccidere), Woody Allen (Amore e guerra, La dea dell'amore, Manhattan), Deborah Kerr, Barbara Bouchet, Orson Wells (Quarto potere), Jean-Paul Belmondo (La mia droga si chiama Julie).

Già dalla sigla iniziale, bellissima per grafica e musica, si intuisce di trovarsi di fronte a un prodotto non qualunque.
E non appena si assiste alle prime scene, se ne ha la certezza, con le vicende di James Bond (David Niven), Evelyn Tremble (Peter Sellers), Mata Hari (Joanna Pettet), Vesper Lynd (Ursula Andress), Le Chiffre (Orson Wells) e Dr. Noah (Woody Allen) che prendono il sopravvento e coinvolgono lo spettatore.

Il film è, in sintesi estrema, un mix di avventura, intrighi di palazzo, belle donne e umorismo, con questi quattro ingredienti tutti abbondanti.

Gli spunti umoristici sono infiniti, alcuni dei quali veramente formidabili (la scena in cui compare Woody Allen, le varie mimiche del talentuoso Peters Sellers, il finale del film col balletto degli indiani, etc).

Un film ottimo, che è superiore ai “veri” film di James Bond, a mio avviso banali e sciatti, come Mai dire Grande Fratello è superiore al “vero” Grande Fratello, se mi passate la similitudine.

A questo punto, mi chiedo come mai Casino royale non sia diventato famoso, per quanto è divertente e gustoso.
Forse al tempo gli ha giovato poco ed ha un po' scandalizzato il continuo richiamo al corpo femminile, con la cui estetica la storia è spesso impreziosita.

Ma i motivi storici contano poco e sarebbe una buona idea procurarsi il dvd e guardarsi questo divertente film degli anni "60.

Fosco Del Nero



Titolo: Casino royale (Casino royale).
Genere: comico, giallo, commedia.
Regista: John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath, Robert Parrish.
Attori: David Niven, Ursula Andress, Peter Sellers, Woody Allen, Joanna Pettet, John Huston, Deborah Kerr, Barbara Bouchet, Orson Wells, Jean-Paul Belmondo.
Anno: 1967.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

domenica 8 febbraio 2009

Serial Experiments Lain - Ryutaro Nakamura

Era da un po' che non recensivo un anime, e in particolare una serie animata, e dunque ho pensato di provvedere, per la gioia dei numerosi amanti dell’animazione giapponese (tra cui, evidentemente, ci sono anche io).

La realizzazione della serie di cui parlo, ossia la discretamente nota Serial Experiments Lain, è complessa: ideata da Yasuyuki Ueda e Yoshitoshi Abe, è stata poi scritta da Chiaki J. Konaka, e infine diretta in versione animata da Ryutaro Nakamura.

Quanto al genere, l’anime comincia come una storia adolescenziale, per trasformarsi poi in drammatico, in thriller, in fantascienza e infine in un racconto esistenzialista.

Diciamo che ciò che di sicuro manca è la componente ludica e scherzosa, di cui non vi è manco l’ombra, essendo Serial Experiments Lain decisamente serio e dai toni cupi.

Non a caso, la storia prende le mosse dal suicidio di Chisa Yomoda, una liceale.
Dopo di esso, alcune sue compagne di scuola ricevono delle mail proprio dalla giovane morta.
Va da sé che la cosa è vista con preoccupazione, anche se una di loro, Lain Iwakura, rimane incuriosita dalla cosa e inizia a investigare.

Chiede dunque al padre un nuovo navi, l’erede del pc, e poi si mette a navigare nel wired, ossia l’erede di internet.

Trovando molti interrogativi e molte risposte, che sconvolgeranno letteralmente la sua vita.

Tra le cose che troverà: un’altra Lain, un gruppo di hacker che compiono imprese nel web (i Knights), il misteriosi chip Psyche, e nientemeno che una sorta di divinità multimediale…

Insomma, in Serial Experiments Lain c’è tanta carne al fuoco, e l’anime esige di essere seguito con attenzione se lo si vuole capire.

La sua evoluzione, e il finale stesso, infatti, sono pregni di concetti dal sapore drammatico ed esistenzialistico.
Lain alla fine, messa di fronte alla verità, prenderà una scelta…

A mio avviso, Serial Experiments Lain è una buona serie animata, anche se non tra le migliori prodotte nel Sol Levante (rimanendo nel fantastico-drammatico-esistenzialistico, molto meglio Elfen Lied).

Fosco Del Nero



Titolo: Serial Experiments Lain (Serial Experiments Lain).
Genere: drammatico, fantastico, filosofico, thriller.
Regista: Ryutaro Nakamura.
Anno: 1998.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

martedì 3 febbraio 2009

La dea dell’amore - Woody Allen

Praticamente il sito si sta trasformando nella filmografia di Woody Allen, visto che negli ultimi tempi ho recensito ben sei film del regista americano.

Se i primi sei erano Manhattan, Scoop, Sogni e delitti, Crimini e misfatti, Amore e guerra, e Match point, il settimo film è questo La dea dell’amore (l'ottavo se volessimo mettere nella lista anche Provaci ancora, Sam, non diretto da Allen ma basato su una sua commedia teatrale).

Avendo raggiunto una tale quota, posso permettermi una piccola classificazione.
Da un lato stanno le produzioni di Allen più risalenti, quelli per cui il regista e attore ebreo è divenuto famoso grazie al suo arguto sarcasmo: Manhattan, Amore e guerra, Provaci ancora, Sam.

Dall’altro stanno invece i film più recenti, alcuni dei quali girati non negli Stati Uniti, e ricalcando un modello di cinema diverso da quello cui Woody Allen ci aveva abituato.
Meno ironia e più dramma, legato soprattutto all’ambizione sociale e ai risvolti delle proprie scelte etiche e meno etiche.
Abbiamo da questo lato Sogni e delitti, Crimini e misfatti e Match point.
Scoop, invece, rimane un po’ a metà strada.

Tra i due gruppi io preferisco decisamente il primo.
Non c’è neanche paragone.
D’altronde, se Woody Allen ha avuto successo con quel tipo di cinema, un motivo ci sarà pur stato, no?
E, secondo me, il cambio di rotta non gli ha giovato affatto... ma in fin dei conti questi sono affari suoi.

La dea dell’amore, il film che recensisco ora, è una conferma di quanto pensavo (decisamente il migliore tra quelli degli ultimi due decenni).

Attore protagonista è lo stesso Woody Allen (e quando recita lui stesso, i suoi film si elevano di tono), affiancato stavolta dall’affascinante Helena Bonham Carter (Fight Club, Big fishMerlino) e dalla bella Mira Sorvino.
Da sottolineare che Mira Sorvino vinse un Oscar proprio con questo film.

Film che è divertentissimo (a partire dall'ottimo commento sonoro jazz che lo apre), e particolarmente spregiudicato nei dialoghi: lo sfondo sessuale non è uno sfondo, ma il primo piano, dal momento che la protagonista, Linda Ash (Mira Sorvino), in arte Judy Orgasm, è una prostituta e attrice porno.

Il protagonista invece è Larry (Woody Allen), un cronista sportivo che s’imbatte in Linda andando alla ricerca della vera madre del bambino che lui e sua moglie Amanda (Helena Bonham Carter) avevano adottato anni prima.

Trama e dialoghi sono a dir poco brillanti, così come è originalissimo l’elemento del coro greco, ripreso a Taormina, che commenta le vicende del film.

Insomma, La dea dell’amore è un piccolo gioiello di commedia, in pieno stile Woody Allen.

Fosco Del Nero



Titolo: La dea dell’amore (Mighty Aphrodite).
Genere: commedia, comico.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Helena Bonham Carter, Mira Sorvino, Peter Weller, Olympia Dukakis, Jack Warden.
Anno: 1995.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

domenica 1 febbraio 2009

Marrakech express - Gabriele Salvatores

Marrakech express è uno dei film più famosi e apprezzati del bravo regista Gabriele Salvatores, che ha diretto, tra gli altri, Mediterraneo, Puerto EscondidoDentiNirvanaIo non ho paura.

Il film è del 1989, e vede tra i suoi protagonisti Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Cederna e Gigio Alberti.

Ecco in breve la trama di Marrakech express: Marco (Fabrizio Bentivoglio) riceve la visita di Teresa (Cristina Marsillach), che gli dice che il suo vecchio amico Rudy (Massimo Venturiello) è in prigione in Marocco per via del possesso di un chilo di hashish.
Rischia 20 anni di galera, se non peggio, e l’unico modo per tirarlo fuori è corrompere un giudice per 30 milioni di lire.

Marco, però, non dispone dell’intera cifra, e allora decide di riunire i vecchi amici: Maurizio Ponchia (Diego Abatantuono), Paolino (Giuseppe Cederna) e Cedro (Gigio Alberti).

Dopo qualche comprensibile titubanza iniziale, i quattro decidono di partire, e attraversano così Francia, Spagna e Marocco per andare a liberare l’amico.

Va da sé che il viaggio si trasformerà in un’avventura, con momenti belli e meno belli, e in ogni caso con tanti imprevisti, che contribuiranno comunque a (ri) cementare il gruppo di ex amici.

Marrakech express probabilmente vale più dal punto di vista del significato e di quello che ha rappresentato per una generazione di 30-35enni alle prese con il senso della vita e la costruzione del proprio futuro, che per il film in sé.

La storia difatti è interessante e discretamente coinvolgente, ma certamente non assurge al rango di capolavoro… e nemmeno di ottimo film…

Personalmente, del regista italiano ho preferito Mediterraneo, che lo segue di due anni.
Comunque, un discreto film.

Fosco Del Nero



Titolo: Marrakech express (Marrakech express).
Genere: commedia, avventura.
Regista: Gabriele Salvatores.
Attori: Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti, Cristina Marsillach, Massimo Venturiello, Giuseppe Cederna.
Anno: 1989.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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