Slide # 1

Slide 1

Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

Slide # 2

Slide 2

L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

Slide # 3

Slide 3

Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

Slide # 4

Slide 4

Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

Slide # 5

Slide 5

Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

domenica 29 novembre 2009

Scandalo a Filadelfia - George Cukor

I lettori fedeli del sito sanno che ogni tanto ripesco qualche classico del passato, laddove con classico non intendo un film visto in un’infanzia di decine di anni fa, ma qualche importante film degli anni "50 o "60 che non avevo mai visto (per motivi anagrafici, per l’appunto, dato che io sono del "79).

Stavolta, andando a ritrosi addirittura fino al 1940, è toccato a Scandalo a Filadelfia, il quale, per inciso, è il terzo film di Cary Grant che recensisco, dopo Operazione sottoveste e Susanna.
La prima delle due commedie, peraltro, vivace e spigliata, mi era piaciuta parecchio.

Come mi è piaciuta molto questa, tecnicamente un film sentimentale, ma di fatto irresistibile commedia letteralmente stracolma di umorismo e ironia.

Ecco la trama di Scandalo a Filadelfia: Tracy Samantha Lord (Katharine Hepburn) è una giovane vedova, nonché nobile e ricca, divisa tra passato e futuro.
Il passato, segnatamente, si chiama C.W. Dexter Haven (Cary Grant), e coincide col suo ex marito, uomo brioso e brillante.
Il futuro, invece, porta il nome di George Hidderidge, suo fidanzato e promesso sposo, uomo più posato e serio, ottimo rappresentante dell’upper class americana degli anni "30.
A confondere le idee, giunge anche Macauley Connor, un giornalista in incognito mandato dal suo boss per ficcanasare in quelle che sono le nozze più attese della regione.

Trama non ce n'è molta, a dirla tutta, come non vi è molta originalità in una pellicola che non è nient’altro che un canovaccio su relazioni, amore e gelosia, il cui punto forte però, sta nel come esso è affrontato, ossia con un’ironia deliziosa, praticamente onnipresente, e con dialoghi fitti, vivaci, ispirati e pungenti.

Come dico sempre, quando non si brilla per innovazione, occorre brillare per lo stile esecutivo, se non si finisce inevitabilmente nella mediocrità.

Scandalo a Filadelfia ha optato per la seconda ipotesi e, non a caso, il film ha avuto sei nomination per gli Oscar, vincendone poi due.
Eccellente connubio di eleganza e divertimento, per un classico che merita assolutamente di essere ripescato dal cilindro dei cinema del passato.

Fosco Del Nero



Titolo: Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia story).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: George Cukor.
Attori: Cary Grant, Katharine Hepburn, Ruth Hussey, James Stewart, John Howard, Virginia Weidler, Henry Daniell, Roland Young, John Halliday, Mary Nash, Lionel Pape, Rex Evans
Anno: 1940.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 27 novembre 2009

La spina del diavolo - Guillermo Del Toro

La spina del diavolo è un film di difficile classificazione, composto com’è da una sinergia di fattori.
Si presenta, anche se forse sarebbe più opportuno dire è stato presentato, come un horror, e in effetti specie nel suo incipit vi è qualche elemento orrorifico, ma poi si dispiega come una storia di formazione giovanile dal contenuto essenzialmente drammatico.

E non poteva essere altrimenti, posto che in essa confluiscono due elementi: la guerra civile spagnola dell’anno 1939 e un orfanotrofio.

Proprio in quest’ultimo finisce Carlos, ragazzino che, pur non sapendolo ancora, ha appena perso il padre in guerra, e che viene per l’appunto portato nella struttura per orfani.

Intorno ad essa gravitano losche figure: da Jacinto (Eduardo Noriega, protagonista del bellissimo Apri gli occhi di Alejandro Amenabar) al “Sospiroso”, che pare essere un fantasma che infesta l’orfanotrofio…

Se il film ha un sapore meticcio, in pari misura lo ha, e sarebbe stato strano il contrario, il suo regista, che risponde al nome di Guillermo Del Toro, che ha diretto prodotti tanto diversi tra loro come Hellboy e Il labirinto del fauno.

Io propendo per questo secondo filone, e difatti ho assai apprezzato Il labirinto del fauno, film triste ma contemporaneamente bellissimo ed evocativo.

La spina del diavolo, che lo precede di qualche anno, si situa proprio in questo spazio narrativo, per quanto, a mio avviso, con esiti nettamente inferiori.
E non tanto per sua deficienza, visto che si tratta di un film più che sufficiente, quanto per l’eccellenza del dirimpettaio.

Di suo, La spina del diavolo è un film discreto, con una trama sostanzialmente semplice, e peraltro in buona parte abusata (la presenza spiritica che infesta un certo posto), una location anch’essa poco originale (sono numerosi i film ambientati in un orfanotrofio; tra gli altri, ricordo i recenti El orfanato e Saint Ange, con quest’ultimo che secondo me è il migliore della triade), una buona recitazione dei protagonisti e una certa cura per fotografia e montaggio.

Insomma, a mio avviso vale la pena di vederlo, per quanto non siamo di fronte a un prodotto che ha fatto o che farà la storia del cinema.

Fosco Del Nero



Titolo: La spina del diavolo (El espinazo del diablo).
Genere: drammatico, fantastico, horror.
Regista: Guillermo Del Toro.
Attori: Federico Fernando Tielve, Luppi, Eduardo Noriega, Marisa Paredes, Inigo Garcés, Irene Visedo.
Anno: 2001.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 25 novembre 2009

Indigo - Neale Donald Walsch

Indigo è un film del 2005 girato da Neale Donald Walsch avente per argomento, come suggerisce il titolo, la questione dei bambini indaco.

Una piccola chiosa è necessaria per coloro che non sono particolarmente vicini a tematiche di tipo spirituale-new age-esistenzialistico: i bambini indaco sarebbero dei bambini, nati negli ultimi decenni, particolarmente intelligenti, svegli e profondi, che costituirebbero, diciamo così, la nuova evoluzione del genere umano.

Se la definizione è nata in ambito spiritual-energetico, esistono peraltro numerosi studi su bambini “particolari” (per esempio con un maggior numero di codoni del dna attivi rispetto a quello che si credeva fosse il dato umano fisso e immutabile), tanto da aver generato un intero filone di studio… nonché questo film, diretto peraltro da un celebre scrittore di tipo spirituale, quel Neale Donald Walsch autore di Conversazioni con Dio, nonché attore dell’omonimo film tratto dal suo libro, e nonché attore e regista di questo Indigo, film mai portato in Italia, che infatti mi sono visto in inglese, con l’aiuto di sottotitoli.

Ecco in breve la trama di Indigo: Ray (Neale Donald Walsch) è un uomo freddo e rigido, decisamente più portato agli affari che alla cura della propria famiglia.
Capita così che egli veda allontanarsi da lui, una alla volta, ogni persona importante della sua vita: la moglie, il figlio e la figlia, per quanto in tempi e modi diversi.
La figlia, peraltro, lo aveva già reso nonno, con la piccola Grace (Meghan McCandless), bambina assai sveglia e precoce, che finisce in un orfanotrofio a seguito dell’ingiusto arresto della mamma.
E proprio i due, nonno e nipote, saranno i protagonisti centrali del film, sorta di fuga-avventura che per Ray coincide anche con un periodo di risveglio mentale-spirituale, scosso anche dalle doti della piccola Grace.

Dico subito che Indigo non mi è piaciuto molto: se il genere risultava di mio interesse, col film peraltro arricchito la presenza preziosa di Neale Donald Walsch, il dispiegamento di trama e personaggi non mi ha convinto.

A partire dal casting, tipico di un film di basso spessore; in particolare, la scelta dell’attrice che ha interpretato Grace mi è parsa a dir poco pacchiana, col personaggio che avrebbe dovuto emanare fascino e carisma e che invece è stato ridotto a una bizzarra macchietta.

Mediocri anche fotografia, scenografia e montaggio, ma in fin dei conti non ci si aspettava molto da questo punto di vista, quanto da quello di sceneggiatura e dialoghi, ugualmente carenti, tuttavia.

Quel che rimane è dunque un lodevole tentativo (lodevole perché i film di genere spirituale certamente non costituiscono un fattore commerciale attrattivo), ma in definitiva assai mediocre.
Del medesimo genere ho preferito lo stesso Conversazioni con Dio, come (il comunque non eccelso) La profezia di Celestino, anche se a mio avviso occorrerebbe leggere i rispettivi libri prima di vedere i film.

Fosco Del Nero



Titolo: Indigo (Indigo).
Genere: drammatico, esoterico, spirituale.
Regista: Neale Donald Walsch.
Attori: Neale Donald Walsch, Meghan McCandless, Sarah Rutan, Gregory Linington, Dane Bowman.
Anno: 2005.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

    domenica 22 novembre 2009

    Le folli avventure di Rabbi Jacob - Gérard Oury

    La recensione di oggi è dedicata a un film un po’ particolare…
    … anzi, a un film del tutto fuori di testa, ad essere sincero.

    Comincio dalla genesi: si tratta di un film consigliatomi poco tempo fa da un amico francese, e per l’appunto è un film francese ((ma di coproduzione italiana), peraltro non recente, essendo datato 1973.

    Il suo titolo è Le folli avventure di Rabbi Jacob, e il suo regista Gérard Oury.

    Anche se, sempre ad onor del vero, il protagonista indiscusso della pellicola è Louis De Funés, un attore che non avevo mai sentito né visto.
    Un peccato, perché dotato di una mimica facciale e corporale incredibile, e che fa ridere al solo guardarlo.

    Ecco in breve la trama di Le folli avventure di Rabbi Jacob, composto di due filoni che poi vanno a intersecarsi: da un lato, abbiamo Victor Picchio (Louis de Funès), industriale parigino che, mentre sta andando al matrimonio della figlia insieme al suo autista, si trova coinvolto nel rapimento di un leader politico arabo, tale Mahamed Slimane.

    Dall’altro lato, invece, abbiamo il rabbino Jacob e il suo assistente Samuel, tornati a Parigi da New York dopo molti anni di assenza per assistere al bar mitzvah del nipote del primo.

    Come detto, i destini dei due gruppi si confonderanno, nel senso stretto della parola, con Victor Picchio e Mahamed Slimane costretti a una difficoltosa fuga dagli attentatori arabi, desiderosi di eliminare entrambi.

    Il film, stringi stringi, non costituisce niente di particolarmente originale, essendo una normalissima e lunghissima commedia degli equivoci.
    Inoltre, non si distingue certo per fotografia, scenografia o costumi.

    Si distingue, invece, per la sua verve, veramente notevole, con alcuni spunti davvero irresistibili.
    Il tutto, sostanzialmente, si regge sulle doti comiche di Louis De Funés, fatto che, comunque, alla fine della fiera risulta bastante per generare un film comico godibile e divertente, a tratti davvero folle, come suggerisce il titolo stesso, che meriterebbe di essere guardato anche solo per vedere e sentire come Victor Picchio commenta il suo cognome quando si presenta alla gente.

    Simpatica la colonna sonora.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Le folli avventure di Rabbi Jacob (Les aventures de Rabbi Jacob).
    Genere: comico.
    Regista: Gérard Oury.
    Attori: Louis De Funès, Marcel Dalio, Henry Guybert, Janet Brandt, Claude Giraud, Suzy Delair, Josy Eisenberg, Renzo Montagnani, André Falcon, Xavier Gelin.
    Anno: 1973.
    Voto: 7.
    Dove lo trovi: qui.

    venerdì 20 novembre 2009

    Il demone sotto la pelle - David Cronenberg

    Il demone sotto la pelle è il quarto film che recensisco di David Cronenberg, un regista che personalmente apprezzo molto.

    I primi tre della lista sono stati Existenz (1999), Il pasto nudo (1991) e La promessa dell’assassino (2007), posti non in ordine cronologico, ma in ordine di gradimento.

    Difatti, considero Existenz un capolavoro del cinema, Il pasto nudo un buon film fantastico-surreale e La promessa dell’assassino una pellicola decente, ma del tutto priva dei tratti salienti che hanno reso Cronenberg il geniale regista tutto creatività e simbolismo (e quando un regista di talento si snatura, magari per seguire fattori commerciali, o semplicemente per cattivi consigli o carenza di ispirazione, mi irrita a dir poco… si veda ad esempio il caso di Woody Allen).

    Considerando che il film di oggi è il primo lungometraggio di Cronenberg, ciò dovrebbe deporre a suo favore.

    Difatti, genere e tematiche sono quelle di lui più tipiche: il genere fantastico con leggere connotazioni orrorifiche, il grande simbolismo e la forte valenza sessuale (in tal senso, Il pasto nudo è emblematico).

    Ecco la storia de Il demone sotto la pelle: in una residenza condominiale di lusso, denominata Arca di Noè, la vita scorre pacifica: il custode non ha mai dovuto estrarre la pistola dal fodero, mentre il medico del complesso effettua la sua solita routine di visite.
    Le carte in tavola sono sparigliate da un virus, prodotto da uno scienziato che intendeva creare un virus utile al corpo umano, il quale si diffonde dapprima dal corpo di una giovane ragazza a quello di alcune persone che avevano avuto rapporti sessuali con lei, e poi ad altre persone, “invase” dal virus, ora sotto forma di bizzarra e disgustosa escrescenza di forma vermoide (un verme bello grosso).
    Effetti del virus: violenza e istinti sessuali decuplicati, con le persone rese simili a zombie.

    L’attacco degli zombie, dunque, non avviene dall’esterno, come in molti film del genere in cui le creature cingono d'assedio i sopravvissuti, ma dall’interno: dall’interno del corpo umano prima e dall’interno della città, poi, pronto a invadere il resto del mondo.

    Il film mi è piaciuto discretamente: certo, sconta qualcosa in termini di efficacia e di esperienza registica, e inoltre non brilla né per scenografia e fotografia.
    A dirla tutta, nonostante la storia rimanga impressa, i personaggi non sembrano molto “in parte”, e forse sarebbe stato adatto un altro tipo di cast.

    Il demone sotto la pelle rimane comunque un film originale e coraggioso, che, non a caso, ha aperto a porta poi ai veri capolavori di Cronenberg: Videodrome, La mosca, Il pasto nudo ed Existenz, per l’appunto.

    Ad ogni modo, imperdibile per i fan del regista canadese.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Il demone sotto la pelle (Shivers).
    Genere: horror, drammatico, fantastico.
    Regista: David Cronenberg.
    Attori: Paul Hampton, Joe Silver, Lynn Lowry, Barbara Steele, Allan Kolman.
    Anno: 1974.
    Voto: 6.
    Dove lo trovi: qui.

    mercoledì 18 novembre 2009

    The millennium actress - Satoshi Kon

    Altra recensione in ambito anime, laddove, per chi non lo sapesse, gli anime sarebbero le produzioni animate giapponesi.
    Stavolta ad essere recensito è un film del 2001, girato da Satoshi Kon: The millennium actress.

    Ecco in sintesi la trama di The millennium actress: Genya Tachibana è il boss di uno studio televisivo, e a un certo punto decide di realizzare un servizio su una famosa attrice del precedente secolo, ormai piuttosto anziana, che nel frattempo si era ritirata in un anonimo eremitaggio.
    Affiancato da un cameraman, dunque, intraprende un viaggio, fino a trovarla.
    Lei è Chiyoko Fujiwara, e nell'intervista che segue gli racconterà la storia della sua vita.
    È tuttavia una storia ben strana, con la donna che racconta la sua vita reale, mista alla sua vita professionale nonché alle trame di alcuni suoi film.

    Ne emerge una vicenda triste, quella di un’adolescente che ha deciso di diventare attrice per dare la possibilità a un uomo incontrato durante la sua fuga, da lei protetto dai suoi inseguitori per alcuni istanti, di ritrovarla una volta vista sullo schermo.
    L’uomo le darà una chiave, ma non le dirà né il suo nome, né il luogo in cui trovarlo, né cosa essa apre.
    La vita dell’adolescente, poi ragazza e infine donna, seguirà tale copione, ossia la ricerca dell’uomo amato all’improvviso e mai dimenticato.

    Il quadro generale è una trama surreale, a tratti drammatica ma per altri tratti da commedia.

    Dico subito di non avere gradito particolarmente The millennium actress, un film d’animazione che non brilla per la sua storia, non brilla per i suoi personaggi, e non brilla nemmeno per l’aspetto tecnico-realizzativo.

    Difatti, per quanto la storia di Chiyoko Fujiwara si lasci seguire, non lascia grandi ricordi dietro di sé, e in fin dei contri avrebbe anche potuto non essere vista senza alcun dramma.

    Insomma, se volete fare un viaggio nel mondo degli anime, a mio avviso potete trovare molto di meglio; su questo stesso sito trovate molti suggerimenti (per esempio tutti i film di Hayao Miyazaki).

    Fosco Del Nero



    Titolo: The millennium actress (Sennen joyu).
    Genere: commedia, storico, sentimentale, drammatico.
    Regista: Satoshi Kon.
    Anno: 2001.
    Voto: 5.5.
    Dove lo trovi: qui.

    domenica 15 novembre 2009

    Riflessi di paura - Alexandre Aja

    Riflessi di paura, il cui titolo originale è Mirrors, è un film horror uscito al cinema lo scorso anno, senza tuttavia arrivare ad avere né il gradimento della critica, né il successo del pubblico.
    Vediamo se tale doppio fallimento è stato meritato.

    Cominciato dal regista, che è Alexandre Aja, e proseguiamo con gli attori protagonisti, che sono Kiefer Sutherland (Dark CityLinea mortale, Fuoco cammina con me, nonché la serie tv 24) e Paula Patton (Hitch, Déjà vu).

    Da citare anche la partecipazione di Amy Smart, attrice che a me piace molto ma che fatica a sfondare nel mondo del cinema, nonostante alcune buone prove (si vedano i bellissimi Interstate 60, The butterfly effect e La battaglia di Shaker Heights).

    Quanto al genere del film, siamo nell’horror, nonostante alcune intrusioni del psicologico e del thriller.

    Ecco in breve la trama di Riflessi di paura (ispirato a un film coreano, ossia Geoul sokeuro - Into the mirror): Ben Carson è un agente di polizia che, dopo aver ucciso involontariamente un poliziotto in borghese, entra in crisi: perde il lavoro, inizia a bere e viene lasciato dalla moglie.
    Mesi dopo, trova lavoro come custode notturno di un ex magazzino, oggetto qualche anno prima di un colossale incendio nel quale avevano perso la vita molte persone.
    D’improvviso, suoni e visioni lo coinvolgono, turbandolo profondamente.

    Si sta immaginando tutto?
    Ci sono davvero spiriti in quel luogo?
    E qual è esattamente la storia del magazzino?

    Ben comincerà così un’indagine personale, che tuttavia rimane personale per ben poco tempo, e anzi minaccia di coinvolgere la sua famiglia.
    La prima a farne le spese è….

    Non vado avanti per non svelare la trama a chi volesse vedere il film.

    Di mio, aggiungo che Riflessi di paura introduce diversi spunti, tuttavia non si dimostra particolarmente efficace né coinvolgente, finendo per essere alla fine della fiera uno dei tanti film su spiriti e presenze demoniache.

    In giro c’è di peggio, intendiamoci, ma anche di meglio, ed è su quest’ultima categoria che vi consiglio di concentrarvi.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Riflessi di paura (Mirrors).
    Genere: horror.
    Regista: Alexandre Aja.
    Attori: Kiefer Sutherland, Paula Patton, Amy Smart, Cameron Boyce, Mary Beth Peil, Erica Gluck, John Shrapnel, Julian Glover, Jason Flemyng, Josh Cole.
    Anno: 2008.
    Voto: 5.
    Dove lo trovi: qui.

    venerdì 13 novembre 2009

    Black lagoon - Sunao Katabuchi

    Anche quest’oggi propongo una serie animata giapponese, con l’intento di mettere a disposizione dei miei lettori il maggior numero di informazioni possibile.

    Come in casi precedenti, manga o anime (tra questi ultimi, si vedano Honey and Clover e Onegai twins, proposti di recente), anche stavolta la recensione si riferisce al solo primo episodio della serie.

    Ho pensato, difatti, che comunque fornire informazioni e un giudizio di base sull’opera fosse comunque utile a chi legge, laddove io avrei potuto continuare la visione in seguito (come farò per l’appunto per alcuni anime).

    La serie di oggi è Black lagoon, diretta nel 2006 da Sunao Katabuchi e tratta da un manga di Rei Hiroe, questo del 2002.

    La trama è incentrata sulla Lagoon Company, una compagnia di mercenari che opera nell’Estremo Oriente a partire dalla propria base in Thailandia.
    I loro clienti, come i loro affari e le loro missioni, sono spesso sporchi, tanto che sono frequenti gli scontri a fuoco e le uccisioni.

    Il gruppo è formato da tre elementi: il leader Dutch, la spietata Revy, l’informatico Benny… cui si aggiunge Rokuro Okajima, poi soprannominato Rock, un ex impiegato di una ditta giapponese che si trova suo malgrado sfruttato dalla sua azienda e ostaggio proprio della Lagoon Company, con cui poi rimarrà dopo aver deciso di abbandonare la sua precedente grigia vita d’ufficio.

    Tecnicamente, Black lagoon è una serie d’azione con elementi da thriller, date le continue sparatorie, inseguimenti, etc.

    Di fatto, però, come spesso accade con gli anime, essa mantiene una forte componente da commedia, specie grazie ai siparietti tra Revy, Rock e compagnia bella, risultando quindi alla fine abbastanza leggera.

    Certamente, Black lagoon piacerà agli amanti dell’azione, degli intrighi e delle ambientazioni marine (il gruppo di mercenari si muove quasi sempre tramite una barca superarmata).

    Agli amanti delle commedie, del genere fantastico o, viceversa, noir-orrorifico, consiglio di approdare in altri lidi.
    Per me, neanche la sufficienza.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Black lagoon (Burakku Raguun).
    Genere: commedia, drammatico, guerra.
    Regista: Sunao Katabuchi.
    Anno: 2006.
    Voto: 5.5.
    Dove lo trovi: qui.

    mercoledì 11 novembre 2009

    Crash - Contatto fisico - Paul Haggis

    La recensione di oggi è dedicata a un film di pochi anni fa, che ha riscosso un notevole successo a livello internazionale, un po’ per l’eccezionale cast di cui è dotato, un po’ per la tematica coraggiosa e affrontata in modo efficace: Crash - Contatto fisico.

    La tematica suddetta è quella del razzismo e della difficoltà di vivere in una società colma di ingiustizie e pericoli.

    Quanto al cast, e cito solamente gli attori più conosciuti, abbiamo Sandra Bullock (Demolition man, Un amore tutto suo), Brendan Fraser (La mummia), Matt Dillon (all'attivo molte commedie come Tutti pazzi per Mary e Tu, io e Dupree), Ryan Phillippe (Cruel intentions), Don Cheadle (ho recensito recentemente Boogie nights).

    Crash - Contatto fisico è uno di quei film definiti “corali” (un altro esempio è il noto Magnolia), nei quali non vi è uno o pochi protagonisti, ma una coralità, per l’appunto, di storie e di personaggi, che si intrecciano tra di loro in vari modi.

    E tale intreccio in Crash è assoluto, con tutte le storie che praticamente si intersecano, e in modo importante, con ciascun personaggio che influirà in modo decisivo, e spesso triste, sulla vita degli altri.

    Essenzialmente, difatti, si tratta di un film drammatico, che prende le mosse, e le porta avanti, dal razzismo di Los Angeles, con la sua difficile convivenza tra bianchi, neri e meticci.

    Nella Città degli Angeli descritta da Paul Haggis, il regista, si mescolano difatti tristezza, speranze, morte, misantropia, rimpianti, con i vari personaggi che si susseguono sullo schermo, tutti assai diversi ma aventi tutti una caratteristica in comune: la tristezza per qualcosa.

    In tale mosaico di tanti pezzi, personalmente ho apprezzato in particolare le storie di Daniel (Michael Peña) e di Jack-Christine (rispettivamente, Matt Dillon e Thandie Newton), ma suppongo che questa sia un questione di gusti personali.

    Tornando al film nel suo complesso, abbiamo dunque un ottimo cast, una grande cura generale, e una trama che mantiene lo spettatore interessato.

    Come detto, non è esattamente il mio genere cinematografico preferito, ma non ho difficoltà nel riconoscere in Crash - Contatto fisico un buon film.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Crash - Contatto fisico (Crash).
    Genere: drammatico.
    Regista: Paul Haggis.
    Attori: Brendan Fraser, Sandra Bullock, Don Cheadle, Matt Dillon, Jennifer Esposito, William Fichtner, Ryan Phillippe, Terrence Howard, Tony Danza, Keith David, Shaun Toub, Thandie Newton, Larenz Tate, Loretta Devine, Beverly Todd.
    Anno: 2004.
    Voto: 7.
    Dove lo trovi: qui.

    domenica 8 novembre 2009

    Honey and clover - Kenichi Kasai

    La recensione odierna è dedicata a un’altra serie animata giapponese, una serie che è stata una bella sorpresa e di cui sono intenzionato a terminare le visione (finora difatti ho visto solo il primo episodio): Honey and clover.

    Si tratta di una commedia giovanile di 26 episodi in totale, realizzata nel 2005 da Kenichi Kasai e a sua volta basata su un manga del 2000 (Chika Umino).
    Honey and clover peraltro ha vinto anche dei premi, a conferma della bontà della produzione.

    I protagonisti della storia sono Yuuta Takemoto (19 anni), Takumi Mayama (21 anni) e Shinobu Morita (24 anni), tre giovani studenti di un istituto d’arte poveri in canna che convivono in un palazzo fatiscente.

    Un bel giorno un loro professore presenta loro la sua nipote, Hagumi Hanamoto, una ragazzina di 18 anni che tuttavia sembra ancora più giovane della sua età.
    Due dei tre si innamorano all’istante, mettendo in moto tutta una catena d’eventi (vi sono molti altri personaggi e, con Tizio che è innamorato di Caia che però stravede per Sempronio, i possibili triangoli sono parecchi)…

    La storia è originale e vivace, per quanto lo spunto di alcuni squattrinati che vivono nel medesimo scalcinato dormitorio non è certo nuova nel panorama dei manga o anime giapponesi (si pensi al bellissimo Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi).

    I personaggi sono interessanti, e promettono di rimanere nella memoria dello spettatore, anche grazie a un tono generale divertente e ironico che lascia il segno.

    Da sottolineare la regia e le scelte grafiche, innovative e di grande efficacia.
    Non a caso sono arrivati dei riconoscimenti...

    Insomma, Honey and Clover sembra proprio una serie animata interessante e meritevole di visione, che si merita pienamente un bel 7.

    Un problema, ma da un certo punto di vista un vantaggio, è il fatto che l’anime non è stato importato in Italia, e dunque è visibile solo grazie all’ausilio dei sottotitoli (ma, in compenso, gratuitamente).

    Fosco Del Nero



    Titolo: Honey and clover (Honey and clover).
    Genere: commedia, adolescenziale.
    Regista: Kenichi Kasai.
    Anno: 2005.
    Voto: 7.
    Dove lo trovi: qui.

    venerdì 6 novembre 2009

    Dark star - John Carpenter

    Quest’oggi recensisco un film del 1974, e nel dettaglio l’esordio alla regia di un lungometraggio di John Carpenter, regista che poi sarebbe diventato famoso per i suoi numerosi film orrorifici quali La cosa, Halloween, Essi vivono, etc.

    Un genere cinematografico completamente diverso da questo suo primo film, Dark star, che viceversa pare molto di più richiamare i precedenti lavori di Stanley Kubrick: 2001 Odissea nello spazio per l’ambientazione fantascientifica, e Il dottor Stranamore per l’aspetto parodistico, unito all’ironica critica dell’utilizzo della bomba atomica.

    Ecco in breve la trama del film: la Dark Star è un’astronave spaziale il cui equipaggio ha il compito di trovare i pianeti abitabili e distruggerli.
    A tal scopo, la nave è fornita di una bomba, chiamata Bomba 20, che in diversi tentativi si sgancia e si prepara a detonare, pur senza aver ricevuto il relativo ordine.

    Tutto nella nave è surreale e bizzarro, a partire dall’equipaggio, quattro uomini che sembrano più dei fricchettoni anarchici che non degli astronauti/scienziati, per proseguire con l’animaletto alieno che uno di essi si è portato a bordo per crescerlo, e andando avanti con i continui dialoghi tra uomini, computer di bordo e bomba stessa.

    In particolare, un dialogo tra il computer e la bomba è ridicolmente delizioso per il suo surrealismo.

    Il film concede qualcosa a fotografia e scenografia, in parte datata e in parte poco curata, però complessivamente intrattiene proprio per la sua bizzarria, supplendo così anche a una trama che sostanzialmente è lineare e semplice (quasi non ce n’è, a dire il vero).

    Inoltre, si fa portavoce di un messaggio importante, che, stringi stringi, è il seguente: meno armi ci sono in giro e meglio è.
    Come non condividerlo?

    Magari se vi piace la fantascienza, il genere parodistico o se siete dei fan di John Carpenter, date un’occhiata a Dark star; il mio giudizio su tale film è la sufficienza piena.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Dark star (Dark star).
    Genere: fantascienza, surreale.
    Regista: John Carpenter.
    Attori: Dan O'Bannon, Brian Narelle, Cal Kuniholm, Dre Pahich, Joe Saunders.
    Anno: 1974.
    Voto: 6.
    Dove lo trovi: qui.

    mercoledì 4 novembre 2009

    Onegai twins - Yasunori Ide

    Nuova recensione in ambito serie animate-anime, col candidato di oggi che risponde al nome di Onegai twins.
    Trattasi di una serie composta di 13 episodi e realizzata nel 2003.

    Si tratta, peraltro, del seguito di Onegai teacher, serie di discreto successo a metà tra commedia e fantascienza, anche se, più che un seguito, Onegai twins è uno spin off, visto che abbandona completamente la tematica fantastica, nonché i vecchi protagonisti, limitandosi ad essere ambientato nel medesimo luogo.

    Ecco in breve la trama dell’opera: Maiku Kamishiro è un giovane studente di liceo che, rimasto orfano, è andato a vivere nella casa di quando era bambino, riconosciuta durante un servizio televisivo e grazie all’unica foto che lo ritrae in essa mentre gioca insieme alla sua gemella.
    Che, tra parentesi, non ha più rivisto da allora.

    Egli si mantiene da solo grazie al suo lavoro come programmatore.

    Un bel giorno, bussa alla porta di casa sua una certa Miina Miyafuji, la quale sostiene, per via della medesima foto posseduta, di essere la gemella mancante.
    In effetti, entrambi hanno gli stessi occhi blu acceso.

    La ragazza decide unilateralmente di sistemarsi nell’abitazione, ma poco dopo giunge anche Karen Onodera, altra ragazza che possiede la suddetta foto (ma le vendevano da qualche parte?) e di essere la gemella di Maiku.
    Anche lei ha gli occhi blu, ma caratterialmente, timida e introversa, si discosta molto dalla vivace Miina.

    Comincia così una convivenza forzata, con i tre che ancora non sanno quali sono i loro effettivi rapporti di sangue, anche perché per il momento non si possono permettere il test del dna.

    Che dire di Onegai twins?
    Premesso che l’escamotage utilizzato per indurre la suddetta convivenza è certamente originale, lo è meno viceversa il tipico triangolo ragazza-ragazzo-ragazza, con le due che inevitabilmente aspirano al lui di turno, e lui che altrettanto inevitabilmente è indeciso su quale gli piace di più… in questo caso anche per il dubbio di quale sia la sua vera sorella.

    Ad ogni modo, i disegni sono carini, e la storia divertente e vivace, per cui il giudizio generale (che per il momento si basa unicamente sul primo episodio) è sufficientemente positivo.
    Aggiungo peraltro di aver visto anche il primo episodio del prequel Onegai teacher, ma di avere preferito il presente anime.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Onegai twins (Onegai tuinsu).
    Genere: commedia, sentimentale, adolescenziale.
    Regista: Yasunori Ide.
    Anno: 2003.
    Voto: 6.5.
    Dove lo trovi: qui.

    domenica 1 novembre 2009

    Boogie nights - L’altra Hollywood - Paul Thomas Anderson

    Di recente avevo scorso Boogie nights - L’altra Hollywood su qualche sito internet, finendo poi per guardarmelo, senza una ragione precisa (di solito guardo film mirati per qualità o per genere).

    Ebbene, non ho trovato un gran capolavoro, devo dire…

    La considerazione iniziale, tuttavia, è in parte positiva, legata all’argomento affrontato dal film, il quale, come suggerisce il titolo, descrive l’“altra Hollywood”, ossia quella pornografica.

    Questo, da un lato costituisce un elemento di originalità, e anche di coraggio se vogliamo, mentre dall’altro non risulta certo esaltante (personalmente, almeno, sono portato per il genere fantastico e le commedie, non per i film drammatici a sfondo erotico).

    Ad ogni modo, ecco la trama di Boogie nights: nel 1977 Eddie Adams (Mark Wahlberg) è un giovane studente che viene “scoperto” da Jack Horner (Burt Reynolds), magnate delle pellicole a luci rosse.
    Lanciato da tale big del settore, la sua carriera, sotto lo pseudonimo di Dirk Diggler, è sfolgorante, al fianco delle belle Rollergirl (Heather Graham) e Amber Waves (Julianne Moore).

    Tuttavia, arriva il giorno in cui egli si monta la testa, finendo per andare contro il suo boss…

    Diciamo subito che, nonostante l’ambientazione spinta, Boogie nights - L’altra Hollywood spinto non lo è.
    Anzi, esso colpisce non tanto per un paio di nudi mostrati, ma per lo squallore morale dei suoi protagonisti, dipinti, come da cliché, come avidi, falsi, ignoranti, dediti a sesso, droga e divertimenti più terra terra.

    Cozza peraltro con tale ambientazione umana di fondo (si registra anche una scena di duplice omicidio passionale con seguente suicidio) il finale del film, molto “volemose bene”.

    E spero di non avervi rovinato il finale non tanto per questa breve statuizione, quanto per il fatto che al finale non ci arriverete, e sperabilmente neanche all’inizio, visto che di film migliori di questo ne potete trovare in quantità infinita.

    Buona ricerca: un buon punto da cui iniziare potrebbe essere la classifica sulla destra.

    Fosco Del Nero

    p.s. Che non sia un caso che praticamente tutti gli attori di questo film così audace abbiano poi avuto una carriera mediocre, nonostante le buone premesse o le buone doti di certi (penso per esempio a Julianne Moore o a Heather Graham)?



    Titolo: Boogie nights - L’altra Hollywood (Boogie nights).
    Genere: drammatico, erotico.
    Regista: Paul Thomas Anderson.
    Attori: Mark Wahlberg, Burt Reynolds, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Heather Graham, Don Cheadle, Philip Baker Hall, William H. Macy, Alfred Molina, John C. Reilly, Luis Guzmán.
    Anno: 1997.
    Voto: 4.5.
    Dove lo trovi: qui.

    Il mondo dall'altra parte