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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 29 settembre 2010

Kaichou wa maid-sama! - Hiroaki Sakurai

Il nuovo rappresentante della categoria anime è Kaichou wa maid-sama!, prodotto realizzato da Hiroaki Sakurai in questo stesso 2010 sulla base del manga di Hiro Fujiwara.

Otto volumi per il manga e venti episodi per l’anime; di questi venti finora personalmente ne ho visto quattro, ricavandone un’impressione non eccellente.

Si tratta di una commedia in stile shojo (laddove per chi non lo sapesse gli shojo sono i fumetti giapponesi destinati a un pubblico prevalentemente o esclusivamente femminile, a seconda dell’impronta del singolo prodotto).

Passo subito alla sintesi della trama di Kaichou wa maid-sama!: la protagonista della storia è Misaki Ayuzawa, una giovane ragazza liceale, e non una liceale qualunque, bensì la presidentessa del comitato scolastico.
Va precisato che ruoli come il capoclasse o, per l’appunto, il presidente del comitato scolastico nelle scuole giapponesi sono parecchio importanti, tanto a livello di status quanto a livello di compiti e di organizzazione.

Misaki, peraltro, ricopre il ruolo con grande devozione… pure troppa, visto che per il suo carattere iracondo e perfezionista è temuta da quasi tutta la scuola, specie dalla sua parte maschile.

Ciò non vale però per Usui Takumi, ragazzo corteggiatissimo dalle studentesse della scuola, ma dall’aria molto distaccata; egli mostrerà tuttavia un qualche interesse per Misaki, per quanto in forma distorta e spesso litigiosa.

Usui tra l’altro è anche il miglior studente della scuola (indovinate chi c’è al secondo posto?), fatto che rende Kaichou wa Maid-sama! abbastanza simile a Le situazioni di lui e lei (personaggio femminile con incarichi scolastici, personaggio maschile serafico e corteggiato, entrambi molto efficienti nello studio, etc), ma con una minore inventiva e qualità.

Se la trama è sostanzialmente innocua e banale, non mancano tuttavia i momenti di divertimento e di interesse, che rendono l’anime almeno degno di essere visto, per quanto non trascendentale.

Insomma, ambientazione carina, personaggi ben disegnati, qualche gag degna di nota, per un prodotto che al massimo può aspirare alla sufficienza, ma a nulla di più a mio avviso.
Kaichou wa Maid-sama! è dunque adatto soprattutto ai fan del genere commedia scolastica-adolescenziale-sentimentale-shojo.

Fosco Del Nero



Titolo: Kaichou wa maid-sama! (Kaichou wa maid-sama!).
Regista: Hiroaki Sakurai.
Anno: 2010.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 27 settembre 2010

New moon - The Twilight saga 2 - Chris Weitz

Dopo il primo della serie Twilight, campione d’incassi del 2008, arriva su Cinema e film il secondo film della saga, New moon, anch’egli eccellente al botteghino (siamo praticamente sui livelli di incassi di Star wars e di Harry Potter).

Per quei pochi che non avessero mai sentito parlare del film, tanto del primo quanto del secondo della serie, sintetizzo di cosa stiamo parlando: Bella (Kristen Stewart), liceale recentemente trasferitasi nella cittadina di Forks (stato di Washington), s’innamora del misterioso Edward (Robert Pattinson), che si rivelerà essere un vampiro.
Tra i due c’è una forte intesa, ma anche tanti ovvi problemi, compresi i rapporti con altri vampiri, che siano buoni (ossia quelli della famiglia di Edward, i Cullen) o cattivi, ossia praticamente tutti gli altri.
In questo secondo film, peraltro, una nuova specie viene introdotta, quella dei licantropi, e le complicazioni aumentano ancora, anche perché la giovane ragazza, complice anche l’assenza di Edward, si è nel mentre avvicinata a Jacob, vecchio amico d’infanzia.
Altri problemi sono dati dal persistente desiderio di vendetta di Victoria, e dal potere dei Volturi, che avranno qualcosa da ridire ad Edward.

Insomma, gli spunti in questo secondo episodio della serie ci sono… ma New moon perde qualcosa rispetto al suo predecessore…

Segnatamente, perde l’atmosfera di mistero e di infatuazione giovanile, e al contrario esagera nel mettere molto in mostra, peraltro aumentando ulteriormente le devianze rispetto ai precedenti letterari di tipo orrorifico: i vampiri possono tranquillamente stare alla luce (ma brillano come fossero star glamour...), i licantropi si trasformano a loro piacimento in un senso e nell’altro, etc.

Inoltre, non convince nemmeno la scelta narrativa di base, sarebbe a dire la lontananza tra i due protagonisti; lontananza solo teorica, come si vedrà subito, visto che Edward appare alla sua Bella sotto forma di visione-fantasma ogni tre-quattro minuti.

Insomma, New moon mi ha convinto molto meno del suo predecessore Twilight (che pure ha rischiato nel rendere meticci dei generi così differenti in chiave scolastico-adolescenziale, ma che perlomeno aveva un suo valore in quel genere), e non è probabilmente un caso che sia stato bombardato dalla critica.

Chiudo con un paio di frasi interessanti.

"A volte bisogna imparare ad amare ciò che ci fa bene."

"Tu emani calore.
Il tuo sole sei tu."

"Stai oltrepassando il limite."
"E tu non tracciarlo."

Fosco Del Nero



Titolo: New moon - The Twilight saga 2 (New moon - The Twilight saga 2).
Genere: fantastico, horror, sentimentale.
Regista: Chris Weitz.
Attori: Robert Pattinson, Kristen Stewart, Dakota Fanning, Taylor Lautner, Ashley Greene, Nikki Reed, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Edi Gathegi, Jackson Rathbone, Kellan Lutz, Rachelle Lefevre, Christopher Heyerdahl, Michael Sheen, Jamie Campbell Bower.
Anno: 2009.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 24 settembre 2010

L’appartamento - Billy Wilder

E con questo siamo a quota sette. Tanti sono infatti i film di Billy Wilder che ho recensito sul sito.


L’appartamento si piazza più o meno in mezzo alla produzione wilderiana, proponendo peraltro uno di suoi attori tipici, quel Jack Lemmon comparso su queste pagina già con A qualcuno piace caldo, Prima pagina e La grande corsa.

Sua partner nel film la celebre Shirley MacLaine, che a sua volta era già apparsa in questi lidi con Qualcuno verrà e col più recente e modesto Vizi di famiglia.

Ma passiamo subito alla trama de L’appartamento: Bud Baxter è un piccolo impiegato di una grande società di assicurazioni, e ha individuato un modo originale per fare carriera: presta il suo appartamento ai superiori per le loro scappatelle extraconiugali.

Il gioco si fa duro quando ad usufruire di tale “appoggio” è la ragazza dei suoi sogni, in compagnia di niente meno che il direttore generale, cosa che non mancherà di produrre in Bud desideri contrastanti tra amore e carriera.

Il tutto tra gag, risate e incomprensioni di vario tipo,

Siamo ovviamente nella produzione brillante di Wilder, quella in stile A qualcuno piace caldo, ben lontana da quella più seria e drammatica di Viale del tramonto.
Personalmente preferisco nettamente il primo filone, ma è una questione di gusti.

Gusti o meno, il film ha vinto ben cinque statuette dell’Oscar, risultando uno dei più cinici ed efficaci di Wilder, noto per le sue commedie dal taglio ironico e arguto.

Insomma, L’appartamento è un film che merita certamente di essere visto.

Fosco Del Nero



Titolo: L’appartamento (The apartment).
Genere: commedia, comico, sentimentale.
Regista: Billy Wilder.
Attori: Jack Lemmon, Shirley MacLaine, Fred MacMurray, Jack Kruschen, Ray Walston, Hal Smith, Benny Burt, Joan Shawlee, Naomi Stevens, David Lewis, Hope Holiday, Johnny Seven.
Anno: 1960.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 22 settembre 2010

V - Visitors - Kenneth Johnson

Alcuni mesi fa avevo recensito una delle serie televisive di maggior successo di tutta la storia della televisione: Visitors, creata nel 1983 da Kenneth Johnson e avente avuto un successo planetario con pochi precedenti (nessuno?).

La storia di Visitors è ben nota: un bel giorno sopra le maggiori città del mondo si piazzano delle enormi astronavi, guidate da una razza aliena.
Dapprincipio sembra che gli alieni, completamente umani all’apparenza, siano animati da intenzioni positive, tanto che condividono la loro tecnologia, le loro avanzate scienze mediche, etc, ma poi si scopre la verità, a partire dal fatto che non si tratta nemmeno di mammiferi, bensì di rettili... e parecchio affamati.

Lo scorso anno è stato diffuso il remake della serie tv (dodici episodi, cui seguiranno quelli della seconda serie), sotto il nome di V (associato o al termine Visitors o all’anno 2009 per distinguerlo dall’originale, composto in realtà di due piccole serie differenti), e io ho visto prima l’uno e poi l’altro per giudicarli per bene.

Ebbene, si tratta di uno dei rari casi in cui l’allievo supera il maestro, e nemmeno di poco.

Il primo Visitors, difatti, si presentava certamente originale e persino epocale, ma all’occhio dello spettatore contemporaneo denuncia delle ingenuità stilistiche di ogni tipo: alcuni degli attori protagonisti non convincono, la trama spesso lascia a desiderare, le scene d’azione sono troppe e troppo semplicistiche, etc.

Il suo successore, invece, rende epocale anche nella realizzazione ciò che nell’antecedente lo era stato solo nelle intenzioni e nelle idee (una cosa comunque non da poco!): l’ambientazione è eccellente e convincente, i personaggi carismatici e intriganti, colonna sonora ed effetti speciali all’altezza, la trama stavolta decisamente più coerente e senza falle.

A proposito dei personaggi, da citare sia la protagonista positiva, Erica Evans (Elizabeth Mitchell, già apprezzata in Lost) sia la protagonista negativa, Anna (Morena Baccarin, già vista nella breve serie Firefly), la comandante degli alieni e personaggio “a profilo” in modo strepitoso.

Da sottolineare come si tratti di un remake più nelle linee generali che non nei dettagli: difatti non vi è confluenza perfetta di personaggi ed eventi e, anzi, le due serie televisive differiscono parecchio in questo senso, a mio avviso a netto vantaggio della seconda.

Insomma, V è una serie di cui non mi perderò il prosieguo, e che vi raccomando caldamente sia che siate dei fan dello sceneggiato degli anni ''80, sia che non lo abbiate mai visto.

Fosco Del Nero



Titolo: V - Visitors (V).
Genere: fantascienza, drammatico.
Ideatore: Scott Peters, Jace Hall, Steve Pearlman, Jeffrey Bell.
Attori: Elizabeth Mitchell, Morris Chestnut, Morena Baccarin, Joel Gretsch, Logan Huffman, Lourdes Benedicto, Laura Vandervoort, Charles Mesure, Scott Wolf, Alan Tudyk.
Anno: 2009-in corso.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 20 settembre 2010

La mia Africa - Sydney Pollack

Anche questo film, come alcuni altri che lo hanno preceduto (Cloverfield, Ogni cosa è illuminata) l’ho visto in quanto trovato in qualche classifica online di migliori film di questo o quel periodo.

Tuttavia, con La mia Africa non sono stato molto fortunato, e non tanto perché il film non valga, quanto perché decisamente non è il mio genere di film.

Quanto al suo valore, credo basti citare i sette premi Oscar vinti al momento della sua uscita (il film è del 1985), nonché la presenza di alcuni nomi decisamente importanti: a partire dal regista Sydney Pollack (Tootsie) per proseguire con gli attori protagonisti, Meryl Streep (vista di recente ne Il diavolo veste Prada) e Robert Redford (La stangata, ma aveva già recitato con la Streep in Corvo rosso non avrai il mio scalpo).

Genere e ambientazione: come suggerisce il nome, siamo in Africa, mentre il genere ondeggia tra dramma e sentimentale.
Anzi, a dirla tutta il film è iper-romantico, cosa che certo non lo ha aiutato a farmelo gradire.

Passiamo ora alla trama de La mia Africa: nel 1914 la ricca danese Karen Blixen (la storia è riferita a un personaggio reale, che peraltro l’ha raccontata in un libro) giunge in Kenya per gestire la tenuta familiare, che sarà coltivata a caffè per decisione di suo marito, cugino e amico Bror von Blixen-Finecke, che peraltro è anche un barone.

Le cose però non vanno troppo bene, tanto per tenute di caffè della signora quanto per la signora stessa, tanto che giunge prima un divorzio e poi una simpatia per Denys Finch-Hatton, uomo inglese votato a safari, avventura, e vita rurale.

Come detto, La mia Africa punta molto su sentimenti ed emozioni, oltre che, ovviamente, su un’ambientazione esotica e selvaggia, con tanto di Masai ed altri popolazioni indigene.

Il film certamente ha un suo valore, lo ripeto, ma personalmente, per mio gusto, non gli concedo più di una sufficienza, posto che non mi ha né entusiasmato né troppo interessato.

Fosco Del Nero



Titolo: La mia Africa (Out of Africa).
Genere: drammatico, storico, sentimentale.
Regista: Sydney Pollack.
Attori: Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer, Michael Kitchen, Stephen Kinyanjui, Michael Gough, Malick Bowens, Joseph Thiaka, Suzanna Hamilton, Rachel Kempson.
Anno: 1985.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 17 settembre 2010

Moulin Rouge - Baz Luhrmann

Dopo Men in black recensisco un altro dei miei film preferiti di sempre: cambiano completamente ambientazione, genere e stile, ma un elemento in comune c’è: in entrambi i casi la fantasia è al potere: parlo di Moulin Rouge del geniale e surreale Baz Luhrmann (Romeo & Juliet).

Protagonisti principali, i bravissimi Nicole Kidman (The others, Eyes wide shut, Margot at the wedding, Dogville) e Ewan McGregor (Trainspotting, Piccoli omicidi tra amici, Sogni e delitti, Big fish, gli ultimi tre episodi di Star Wars).

Quanto al genere, esso è assai meticcio: la storia racconta una tragedia (un amore ostacolato e finito in morte), ma sostanzialmente il registro alterna dramma e commedia in egual misura, con l’elemento musicale a dir poco importante; anzi, alcuni hanno sostenuto che con Moulin Rouge sia rinato il genere del musical, e forse non a torto.

La colonna sonora, difatti, è elemento integrante e fondamentale del film, almeno tanto quanto quello immaginifico (come non citare a riguardo la scena a inizio film con Kylie Minogue che interpreta una fatina danzante?).

Ad ogni modo, per coloro che non avessero mai visto il film, ecco di cosa tratta: Christian è un giovane aspirante scrittore, che va a vivere nel quartiere bohemienne di Mont-Martre a Parigi.
Egli verrà a conoscere il gruppo di attori organizzato da Henri de Toulouse-Lautrec (peraltro, personaggio realmente esistito), e ne diventerà rapidamente lo scrittore-sceneggiatore.

Obiettivo del gruppo: piazzare la loro commedia bohemienne (commedia che parla di libertà, bellezza, verità, amore) presso il Moulin Rouge gestito dall’anfitrione Zidler per tramite di Satine, la prima ballerina del locale, sorta di donna-dea per tutti i suoi avventori.
I due, però, si innamoreranno, cosa che darà avvio a un mucchio di problemi…

Che dire di un film così bello?

Moulin Rouge di Baz Luhrmann è una gioia per gli occhi, per le orecchie e anche per il cuore, nonostante il finale triste, e non a caso la pellicola ha registrato un grande consenso tanto presso la critica (due Oscar, tre Golden Globe, due MTV Movie Awards, otto Satellite Awards, etc) quanto presso il grande pubblico.

Il mio consiglio è ovviamente quello di guardarlo, qualora non lo aveste ancora fatto: ne varrà certamente la pena.

Fosco Del Nero



Titolo: Moulin rouge (Moulin rouge).
Genere: sentimentale, musicale, commedia, surreale.
Regista: Baz Luhrmann.
Attori: Nicole Kidman, Ewan McGregor, John Leguizamo, David Wenham, Jim Broadbent, Richard Roxburgh, Garry McDonald, Jacek Koman, Matthew Whittet, Christine Anu, Natalie Jackson Mendoza, Lara Mulcahy, Kylie Minogue.
Anno: 1999.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 15 settembre 2010

Fortified school - Takeshi Narumi, Shinichi Hiromoto

Ventiduesimo tassello della categoria manga, e non un tassello qualunque, ma senza dubbio quello più violento e volgare tra tutti: Fortified school, manga scritto da Takeshi Narumi e disegnato da Shinichi Hiromoto nel 1995.

Ecco in breve la trama di Fortified school: in un prossimo futuro il Giappone entrerà in una forte crisi sociale, specialmente giovanile, tanto che il Ministero della Pubblica Istruzione costruirà il liceo Kyokujito, la cosiddetta “Scuola Fortezza”, un luogo in cui vengono mandati i giovani delinquenti e disadattati nella speranza di “rieducarli”.

Tuttavia, presto i neoentrati Gentaro Matsuda, Itsuki Takizawa e Mei Mato capiranno che le cose non stanno proprio come sembrano, e che il preside Masamitsu Kuonji, coadiuvato dai vari “educatori” (come l’enormemente educativo Eddy Kurosaki)…

In particolare, Mei Mato scoprirà molte cose, tanto della scuola quanto del proprio passato…

In mezzo, tanti personaggi, da Tetsuo "Tessy" Teshigawara a Sanae Aso, a completare il quadro di un manga a metà tra azione e fantascienza, violento oltre ogni dire e volgare alla stessa misura, ma anche, ad essere sincero, coinvolgente e vivace, oltre che di facile lettura.

Fortified school si compone di sette volumetti, abbastanza corposi, di cui i primi sono a mio avviso i più interessanti, mentre gli ultimi si perdono parecchio nell’azione fine a se stessa e nello scialbo spettacolarismo.
Inoltre, da un certo punto in poi subentrano troppi personaggi, in una sorta di escalation di forza pura (fino agli aviatori dell’esercito giapponese che bombardano dall’alto!) che fa perdere efficacia alla storia.

Storia che, comunque, nella sua globalità rimane interessante e godibile, pur tenendo presente quanto detto: ossia, da un lato il fatto di essere parecchio violenta e dall’altro il fatto di rappresentare una trama fantascientifica nel senso stretto del termine, ossia veramente poco credibile da ogni punto di vista.

Ma, in fin dei conti, Fortified school è un manga, e peraltro un manga che si fa rispettare.

Fosco Del Nero



Titolo: Fortified school (Fortified school).
Genere: fantastico, splatter, drammatico, thriller.
Autore: Takeshi Narumi, Shinichi Hiromoto.
Anno: 1995.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 13 settembre 2010

Men in black - Barry Sonnenfeld

Finora nel sito vi era una grossa lacuna, posto che mancava uno dei miei film preferiti, che non a caso ho già visto svariate volte (forse sei o sette, di cui una in inglese): Men in black, diretto da Barry Sonnenfeld nel 1997.

Ricordo peraltro che Barry Sonnenfeld aveva esordito come regista qualche anno prima con un altro caposaldo del cinema grottesco-fantastico come La famiglia Addams, altro film assai ben fatto nel suo genere.

Man in black si basa sulla serie a fumetti di Lowell Cunningham, a sua volta basata sulle teorie cospirazionistiche riguardo il gruppo governativo dei MIB, volto alla gestione dell’affair alieno.

I protagonisti di Man in black sono Will Smith (come non ricordarlo ne Il principe di Bel Air? Ma anche in Io sono Leggenda o Hitch), Tommy Lee Jones (JFK - Un caso ancora aperto, Il fuggitivo) e Linda Fiorentino (protagonista del bellissimo e divertentissimo Dogma).

Ecco in breve la trama, per quei pochi (loro sì, alieni), che non la conoscessero: negli Usa c’è un’agenzia governativa segretissima il cui compito è quello di regolare il flusso di alieni sul pianeta Terra, oltre che di gestire i rapporti diplomatici con le altre razze: sono i “man in black”.

Uno di essi è l’Agente K (Tommy Lee Jones), il quale adocchia James Edward (Will Smith), giovane poliziotto, come possibile nuova recluta.
Detto fatto, e James diventa in breve l’Agente J.
I due dovranno quindi far fronte a una grave minaccia: da un lato affrontare sulla Terra un alieno assai pericoloso, una sorta di scarafaggio gigante capace tuttavia di mimetizzarsi tra gli uomini indossandoli (per quanto non troppo bene), e dall’altro trovare e restituire un oggetto particolarmente importante ai legittimi proprietari, anch’essi piuttosto pericolosi…

Il film si presenta a mio avviso irresistibile, eccellente mix tra ironia, dinamismo, bellezza visiva e sceneggiatura brillante: i personaggi sono caratterizzati in modo eccellente (compreso quello di Linda Fiorentino), la trama è vivace e originale (oltre che assai educativa negli ideali di fondo per cui l'apparenza conta poco e per cui tutto è relativo al nostro punto di vista), gli effetti speciali buoni e di uso intelligente, i dialoghi brillanti e pungenti.

Insomma, Men in black è un film il cui dvd non dovrebbe mancare nelle videoteche di ogni buon appassionato di cinema; letteralmente imperdibile per gli appassionati di cinema fantastico.

Aggiungo inoltre che non mancano degli spunti interessanti: il rapporto tra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, il senso della prospettiva e del relativismo, i diversi stati di consapevolezza.

Nonché delle frasi ugualmente interessanti, dal sapore vagamente esistenziale:

"Se non ci sei, rimani come sei."

"D'ora in poi non avrai segni di identificazione di alcun genere.
Non attirerai l'attenzione.
Tu non esisti, non sei mai nato.
L'anonimato è il tuo nome, il silenzio la tua lingua madre.
Tu non fai più parte del sistema, tu sei al di là del sistema, sei al di sopra di esso, sei oltre."

"Voi umani... quando imparerete che le dimensioni non contano?
Solo perché una cosa è importante non è detto che non possa essere molto piccola."

Fosco Del Nero



Titolo: Men in black (Men in black).
Genere: fantascienza, commedia, fantastico.
Regista: Barry Sonnenfeld.
Attori: Will Smith, Linda Fiorentino, Tommy Lee Jones, Vincent D'Onofrio, Rip Torn, Mike Nussbaum, Jon Gries, Sergio Calderon, Tony Shalhoub, Siobhan Fallon, Carel Struycken.
Anno: 1997.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 10 settembre 2010

Ricky - Una storia d’amore e libertà - François Ozon

Ricky - Una storia d’amore e libertà è il secondo film di François Ozon che recensisco sul sito; il primo è stato l'ispirato e originale 8 donne e un mistero, film che aveva preceduto di un paio d’anni l’altrettanto particolare Swimming pool.

A dire il vero, anche Ricky è un film particolare, come vedremo, per quanto assai diverso dalla commedia musicale 8 donne e un mistero o dallo psicologico-drammatico Swimming pool.

Tecnicamente, il film odierno è un film fantastico-surreale, anche se più che altro il suo focus è di tipo psicologico-relazionale, con i vari protagonisti coinvolti in una storia alquanto bizzarra.

Eccola: Katie è la giovane madre di Lisa, e lavora in una fabbrica chimica come operaia.
Proprio in fabbrica conosce Paco, ed è passione a prima vista, tanto che l’uomo non tarderà a trasferirsi a casa delle due, e tanto che presto Katie si trova incinta di Ricky, che si rivelerà ben presto un bambino un po’ particolare…

I personaggi sono caratterizzati sufficientemente, e Ricky si propone, come detto, originale e simpatico, anche se, alla fine, la trama non prende il volo (e non sto usando un termine a caso…), lasciando intravedere un colpo di classe che da Ozon ci si aspetta anche ma che non arriva mai.

Il tutto dunque, benché abbastanza interessante per proseguire nella visione del film, rimane un poco labile e non del tutto convincente.

Insomma, da un regista talentuoso e vivace come François Ozon ci si poteva attendere qualcosa di più, e non solo uno spunto di partenza originale (peraltro non spiegato) poi non sviluppato in modo adeguatamente brillante.

A mio avviso, 8 donne e un mistero, pur nella sua diversità di genere, sta parecchie spanne al di sopra.
In definitiva, a mio avviso Ricky è un prodotto meno che sufficiente.

Fosco Del Nero



Titolo: Ricky - Una storia d’amore (Ricky).
Genere: surreale, drammatico, commedia.
Regista: François Ozon.
Attori: Alexandra Lamy, Sergi López, André Wilms, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, Julien Haurant, Eric Forterre, Hakim Romatif, Jean-Claude Bolle-Reddat, John Arnold, Marilyne Even.
Anno: 2009.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 3 settembre 2010

Io e Marilyn - Leonardo Pieraccioni

Leonardo Pieraccioni è un regista che apprezzo molto, per almeno alcuni motivi:
- la sua grande ironia,
- i suoi spunti originali,
- il fatto che nei suoi film ci sia sempre almeno una bella donna.

Direi che tutti e tre i motivi sono rilevanti, e film come Il ciclone, Ti amo in tutte le lingue del mondo, Il pesce innamorato, Fuochi d’artificio, Il paradiso all’improvviso, Una moglie bellissima ne sono la riprova.

La presenza di alcuni attori feticcio, come Ceccherini o Papaleo, nulla toglie all’originalità delle sue pellicole, e anzi costituisce una sorta di piacevole punto fermo.

Ma andiamo subito alla trama del suo ultimo film, Io e Marilyn: Gualtiero Marchesi, giovane padre single (la madre lo ha lasciato per un domatore di tigri napoletano), viene coinvolto in un tentativo di seduta spiritica, durante la quale viene convocata nientemeno che Marilyn Monroe.

La seduta viene sciolta senza nessuna conferma, ma essa non tarderà ad arrivare, rivoluzionando velocemente la vita di Gualtiero.

Sostanzialmente Io e Marilyn prende le mosse da una vicenda di separazione coniugale con lei che molla lui, come in Ti amo in tutte le lingue del mondo, ma, a differenza di quest’ultimo film, stavolta il tutto assume i contorni di un film fantastico-surreale.

Il tono è ovviamente quello simpatico e disinvolto di tutte le pellicole di Pieraccioni, e il film diverte per tutta la sua durata, pur non risultando, a mio avviso, tra i migliori del regista fiorentino (personalmente metto in cima Ti amo in tutte le lingue del mondoIl pesce innamorato e Il ciclone).

Poco convincente a mio avviso la coppia omosessuale Ceccherini-Laurentis, mentre diverte il solito bislacco Papaleo.
Ad ogni modo, con Pieraccioni e compagnia le risate sono assicurate, e così difatti è anche per Io e Marilyn, pur essendo questo a mio avviso meno memorabile di altri suoi film.

Fosco Del Nero



Titolo: Io e Marilyn (Io e Marylin).
Genere: commedia, sentimentale, comico.
Regista: Leonardo Pieraccioni.
Attori: Leonardo Pieraccioni, Suzie Kennedy, Massimo Ceccherini, Biagio Izzo, Rocco Papaleo, Luca Laurenti, Barbara Tabita, Marta Gastini, Francesco Pannofino, Francesco Guccini.
Anno: 2009.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 1 settembre 2010

Alice in wonderland - Tim Burton

Alice in wonderland è il terzo film di Tim Burton che recensisco dopo Beetlejuice e Il mistero di Sleepy Hollow.

Se i due testé citati si sono meritati i galloni di film meritevoli (per quanto Beetlejuice non sia certamente il meglio di Burton, che ci ha abituato negli anni a capolavori quali Big fish, Edward mani di forbiceLa sposa cadavere, lo stesso cortometraggio Vincent, o anche Nightmare before Christmas, da lui non diretto, ma scritto e prodotto), questo proprio non si può dire per la sua ultima produzione (a dire il vero anche la sua penultima, Sweeney Todd, non mi aveva convinto troppo).

Come nel caso del precedente film Disney, anche questa opera sulla celeberrima Alice prende spunti ed elementi da ambo i libri dedicatile da Lewis Carroll (Alice nel paese delle meraviglie e Dentro lo specchio), ma ci mette del suo.

In teoria, una storia e un’ambientazione come quella di Alice calzava a pennello a un regista fantasioso e creativo come Tim Burton, ma forse proprio l’avere a che fare con un canovaccio già scritto (trame e personaggi) ha confuso le idee al talentuoso regista, che ha finito col realizzare una cosa che non è né Alice nelle meraviglie, né un film di Tim Burton.

Ma passiamo in breve alla trama di Alice in wonderland: Alice è ormai cresciuta, e anzi prossima al fidanzamento con un signorotto locale, di buone maniere ma di scarso cervello e carattere.
Gli anni sono passati, tanto che la giovane, pur non avendo perso memoria dei suoi trascorsi nel mondo delle meraviglie, li ha ricollocati nella categoria dei sogni.

Il bianconiglio, però, comparirà un’altra volta, e un’altra volta Alice scenderà nel mondo delle meraviglie, trovandovi una realtà in crisi a causa della Regina Rossa e del suo desiderio di dominare su tutto e tutti.

Il film sta a metà tra recitazione e animazione, e peraltro presenta un cast di alto spessore: dalla protagonista Mia Wasikowska (Tracks - Attraverso il deserto, Solo gli amanti sopravvivono) a Johnny Depp (La nona portaLa maledizione della prima luna, etc), da Helena Bonham Carter (Fight Club, Darw shadowsMerlino, etc) a Crispin Glover (Ritorno al futuro), da Anne Hathaway (Havoc, Interstellar, Il diavolo veste Prada) a Christopher Lee (The wicker man, Il signore degli anelliStar wars 2 - L'attacco dei cloni).

Insomma, i nomi ci sono…

Manca però la vera qualità, quella cui ci ha abituati Tim Burton, che anzi, in questo film, passa da cantastorie di storie originali e bizzarre a reporter di una trama tutto sommato qualunque: l’eroina arriva nel mondo in crisi, si procura gli artefatti che le servono e sconfigge i cattivi, qua sotto forma di principessa e di drago.

Tra l’altro, quasi quasi per una volta veniva da tifare per la Regina Rossa (una Helena Bonham Carter dalla testa enorme) piuttosto che per la Regina Bianca (una Anne Hathaway mai così mal truccata, brutta e anche un po’ antipatica, diciamolo).

Insomma, per farla breve il mio consiglio è di non guardarvi Alice in wonderland, bensì gli altri film di Tim Burton.

Fosco Del Nero



Titolo: Alice in wonderland (Alice in wonderland).
Genere: animazione, fantastico, fantasy.
Regista: Tim Burton.
Attori: Mia Wasikowska, Johnny Depp, Crispin Glover, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Stephen Fry, Christopher Lee, Matt Lucas, Timothy Spall, Barbara Windsor, Michael Sheen, Alan Rickman.
Anno: 2010.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

Il mondo dall'altra parte