Slide # 1

Slide 1

Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

Slide # 2

Slide 2

L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

Slide # 3

Slide 3

Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

Slide # 4

Slide 4

Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

Slide # 5

Slide 5

Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 24 dicembre 2012

Dal tramonto all’alba - Robert Rodriguez

Evidentemente sono in un periodo splatter: dopo aver visto i due Kill Bill, che peraltro seguivano L'alba dei morti dementi, mi sono visto anche Dal tramonto all’alba, film girato nell’ormai lontano 1996 da Robert Rodriguez (del quale ho già recensito C'era una volta in Messico e Sin City) sulla base di un soggetto dell’amico Quentin Tarantino (che è passato su Cinema e film con Le iene e Bastardi senza gloria, oltre che col già citato Kill Bill), che peraltro è anche uno degli attori protagonisti della pellicola, insieme a George Clooney (a sua volta recensito in L'uomo che fissa le capre), Harvey Keitel (Le iene) e Juliette Lewis (Strange days).

Si tratta, per chi non lo conoscesse, di un film horror dalle forti venature splatter, intriso peraltro di una certa sensualità (memorabile la scena del ballo di Salma Hayek, a sua volta già comparsa nel blog con Dogma, La grande vita e C'era una volta in Messico, e come vedete i titoli si sovrappongono)… ma anche di un sapore da commedia, secondo lo stile un po’ grottesco e surreale di Tarantino & amici.

Il film, per i suoi forti contenuti, in Italia è stato dapprima vietato ai minori di 18 anni… e poi ai minori di 14.

Ecco la sua trama: Seth Gecko e Richard Gecko sono due fratelli con una certa predisposizione al crimine, tanto che il secondo ha appena aiutato il primo a fuggire dal carcere in cui era imprigionato per una precedente rapina.
Richard, peraltro, ha evidenti turbe mentali, sotto forma di allucinazioni-paranoia e di perversioni sessuali, il che non rende la situazione sua e del fratello più facile.
I due si sono lasciati dietro una scia di cadaveri, sia civili che poliziotti, tanto da essere ormai additati come pericoli pubblici. Per sfuggire alla caccia all’uomo cui sono sottoposti, i due si dirigono verso il Messico, e per passare la frontiera si avvalgono della collaborazione forzata di un uomo, Jacob Fuller, in vacanza con i suoi due figli, Kate e Scott.
Obiettivo: arrivare al Titty Twister, un locale messicano per camionisti dove Seth Gecko ha appuntamento con lo spacciatore messicano Carlos.
Il Titty Twister, però, è uno specchietto per allodole, visto che si tratta nientemeno che di un covo di vampiri… ovviamente affamati.
Il gruppo, allargato ad alcuni altri uomini coraggiosi, si troverà quindi costretto ad affrontare il pericolo…

Dal tramonto all’alba, nato da una sceneggiatura scritta da Tarantino ai tempi del liceo, possiede un’innegabile verve, e un dinamismo che cattura, anche se, stringi stringi, non offre altro.
La gran parte dei dialoghi è piatta, se non poco credibile, e anche l’evolversi della situazione si presenta incoerente in vari punti. Certo, è un film sui vampiri, e certo, era scritto che solo un paio dei protagonisti si dovessero salvare, però in alcuni punti si esagera.

Tirando le somme, Dal tramonto all’alba è un film che può certamente piacere agli appassionati di splatter, azione e vampiri, nonché agli amanti dello stile Tarantino-Rodriguez, ma che coloro che non fanno parte di queste categorie difficilmente apprezzeranno.

Fosco Del Nero



Titolo: Dal tramonto all’alba (From dusk till dawn).
Genere: horror, azione, splatter.
Regista: Robert Rodriguez.
Attori: George Clooney, Quentin Tarantino, Harvey Keitel, Juliette Lewis, Ernest Liu, Salma Hayek, John Hawkes, Tom Savini, John Saxon.
Anno: 1996.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 17 dicembre 2012

Kill Bill - Quentin Tarantino

Avevo visto Kill Bill nei suoi due episodi, anni fa, quando era uscito al cinema.

L’ho riguardato ora, un po’ per mio diletto, un po’ per proporne la recensione su Cinema e film.

Il genere credo sia ben noto, sia perché il film è famoso, sia perché è famoso il suo regista, quel Quentin Tarantino che ha fatto del grottesto e dello splatter-violento il suo marchio di fabbrica, in praticamente tutte le sue produzioni, da Le iene fino a Bastardi senza gloria.

Originariamente, peraltro, Kill Bill avrebbe dovuto essere un unico film, ma, essendo risultato lungo addirittura cinque ore, la casa di produzione aveva chiesto a Tarantino di tagliare delle scene.
Il regista ha risposto proponendo la suddivisione in due film, Kill Bill 1 e Kill Bill 2 per l’appunto, come poi effettivamente è stato.
In questa recensione li recenisco entrambi per motivi di praticità.

Il tempo totale si attesta sulle quattro ore, con i due film, suddivisi in capitoli tra presente e flashback, che scorrono via veloci e gradevoli.
Kill Bill offre al suo spettatore diverse sensazioni, credo universali: da un lato c’è molta azione e violenza, e questo è un dato di fatto.
Da un altro lato però il tutto scivola in modo leggero, senza prendersi troppo sul serio: il senso del grottesco e del surreale è difatti talmente forte che si vive il film come un fumetto, e non a caso Tarantino è un appassionato di fumetti.

Altra cosa da sottolineare: il fattore estetico è curatissimo, così come quello acustico, e anzi Kill Bill è una vera festa per gli occhi e per le orecchie.
Anche i dialoghi sono riusciti e ficcanti, e in larghi tratti si fanno ricordare.

Come si fanno ricordare molti dei protagonisti del film, veramente memorabili: in primo luogo la protagonista Beatrix Kiddo (una scintillante Uma Thurman), ma anche i vari O-Ren Ishii (un’altrettanto bella e convincente Lucy Liu), Elle Driver, Bill, Gogo Yubari, Pai Mei, etc.

Certo, molti punti della trama lasciano, realisticamente parlando, il tempo che trovano: la ragazza che dopo quattro anni di coma si sveglia a si mette a uccidere gente e a guidare furgoni, mentre dovrebbe avere tutti i muscoli atrofizzati; la spada giapponese tranquillamente portata in aereo in bella vista (e a me che mi fanno buttare i tagliaunghie…), persone che rimangono vive dopo aver ricevuto pallottole in testa, serpenti ultravelenosi lasciati circolare in una roulotte senza tema di essere morsi… ma ce ne sarebbero talmente tanti che non varrebbe neanche la pena enumerarli.

E peraltro nemmeno avrebbe senso: Kill Bill è un fumetto messo su schermo, e messo bene, tanto che il film di Quentin Tarantino si merita senza dubbio una bella valutazione.

Fosco Del Nero



Titolo: Kill Bill (Kill Bill).
Genere: drammatico, azione, splatter, grottesco.
Regista: Quentin Tarantino.
Attori: Uma Thurman, Lucy Liu, Vivica A. Fox, Daryl Hannah, Michael Madsen, David Carradine, Julie Dreyfus, Chiaki Kuriyama, Sonny Chiba, Gordon Liu. Michael Parks.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 13 dicembre 2012

Equilibrium - Kurt Wimmer

La recensione odierna di Cinema e film è dedicata a un film di fantascienza del 2002: Equilibrium. Si tratta del film d’esordio di Kurt Wimmer, che poi avrebbe bissato il genere qualche anno dopo con Ultraviolet.

Di che genere si tratta?
In letteratura si parla di distopia, ossia il contrario dell’utopia. Per fare due esempi chiarificatori, se l’Utopia è quella di Tommaso Moro, la distopia è quella di 1984 di George Orwell, oppure de Il mondo nuovo di Aldous Huxley o di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (in particolare, quest'ultimo romanzo è quello che ha ispirato Equilibrium, pur se in chiave più moderna).
Parliamo dunque di società di un prossimo futuro di tipo dittatoriale, con un forte governo centrale che controlla in modo massiccio e quasi totalizzante la popolazione.

Andiamo alla trama di Equilibrium: l’umanità è sopravvissuta a una terribile terza guerra mondiale, col mondo che ne è uscito devastato e addirittura mutilato a livello di continenti e terre emerse.
Per evitare nuove guerre, il potere centrale che ha preso il controllo intorno al Padre, una sorta di dittatore autorevole e benevolo, ha imposto a tutta la popolazione di Libria, il nuovo stato, un medicinale, da assumere tutti i giorni e capace di inibire qualsiasi emozione. Dunque, niente più odio, invidia, paura, aggressività, etc.
Ma anche niente più amore, affetto, commozione, empatia… in una sorta di equilibrio emozionale diffuso e uniformizzante. 

A vigilare sul rispetto di questo dogma, e ad assassinare i ribelli che se ne discostano non assumendo il suddetto medicinale o possedendo oggetti dal valore emozionale, come libri, dischi, quadri o arredamento del passato, il Tetragrammaton, una mescolanza tra una polizia e un gruppo monastico, i cui membri sono infatti chiamati "cleric", poliziotti-monaci-samurai esperti di arti marziali. Il protagonista, nel dettaglio, nelle scene d'azione ricorda molto da vicino il Neo di Matrix, col quale infatti il film condivide il monito di fondo al non addormentamento.

Al migliore di essi, John Preston (un ottimo Christian Bale; The prestige, The new world - Il nuovo mondoMemento), capita di perdere la moglie per "reato di emozione", il collega amico per lo stesso motivo (lo ucciderà proprio John), e poi di sperimentare lui stesso le emozioni dopo aver mancato un giorno l’assunzione del medicinale blocca-emozioni.
Da quel momento, pian piano John si avvicinerà alle posizioni della resistenza, fino a che…

Equilibrium non è certo il primo film a trattare il tema della distopia della società del futuro. Su questo stesso blog, per esempio, trovare le recensioni dei recenti Ultraviolet e Aeon Flux (il primo scarso e il secondo sufficiente), dei meno recenti Brazil e Gattaca (il primo bellissimo e il secondo discreto-buono), e dei più risalenti La fuga di Logan e Metropolis (il primo degli anni "70 e il secondo degli anni "20, entrambi ancora affascinanti).
E chissà quanti altri ce ne saranno…

Con cotanti dirimpettai, alcuni storici, va da sé che per emergere occorre confezionare un prodotto di valore, e magari anche originale.
Sull’originalità Equilibrium cade subito, nel senso che il filone è quello, e anche la trama di fondo è quella: un ingranaggio del sistema si accorge di quanto il sistema sia deviato e decide di uscirne. Anzi, la derivazione da Fahrenheit 451 è dichiarata ufficialmente.
Sul valore, devo dire invece che Equilibrium si difende bene, dal momento che il film è curato in modo eccellente nel fattore estetico: scenografia, fotografia, montaggio, costumi, tensione scenica.

Anche le recitazioni del personaggi sono buone, per quanto inserite in un contesto di trama a volte non troppo convincente. Il finale, in particolare, è un po' semplicistico per come il protagonista viene sottovalutato dal potere centrale.
Pure alcuni punti precedenti mi hanno lasciato un poco perplesso.

Poca cosa, comunque, visto che Equilibrium si fa seguire bene e coinvolge lo spettatore con buona efficacia, meritandosi dunque una valutazione più che discreta e facendosi ricordare per l’eccellente livello estetico.

Chiudo l'articolo con un poche citazioni tratte dal film.

"Esiste una malattia nel cuore dell'uomo: il suo sintomo è l'odio; il suo sintomo è la collera; il suo sintomo è la rabbia; il suo sintomo è la guerra."

"Ora siamo in pace con noi stessi.
La guerra è scomparsa."

"Noi siamo la nostra coscienza."

"Libria, svegliati, risvegliati per trionfare ancora una volta di fronte a un altro giorno."

"Qual è il punto della tua esistenza?"
"Sentire. Tu non l'hai mai provato e non potrai mai saperlo. È vitale come il respiro, e senza quello, senza amore, senza rabbia, senza dolore, il respiro è solo un orologio che fa tic tac."

Fosco Del Nero



Titolo: Equilibrium (Equilibrium).
Genere: fantascienza, fantastico, drammatico, distopia.
Regista: Kurt Wimmer.
Attori: Christian Bale, William Fichtner, Taye Diggs, Emily Watson, Dominic Purcell, Angus MacFadyen, Sean Bean.
Anno: 2002.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

Il mondo dall'altra parte