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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 29 aprile 2013

Conan il barbaro - Marcus Nispel

Conan il barbaro, il mitico eroe creato dalla penna di Robert Ervin Howard, ha già avuto diverse conversioni cinematografiche, tra cui quella celeberrima col governatore della California Arnold Schwarzenegger.

A vestirne i panni, almeno quei pochi che indossa, è stavolta Jason Momoa, aitante ragazzotto hawaaiano, nome che personalmente non mi diceva nulla…

… e che probabilmente continuerà a non dirmi nulla, dato che il ragazzo non ha il carisma dell’eroe… così come, purtroppo, il film non ha il carisma della grande opera.

E con questo ho già sintetizzato l’essenza di Conan il barbaro di Marcus Nispel, altro nome che non mi dice niente e che sembra proprio aver puntato su un personaggio di spicco e su tanti effetti visivi e tanta azione per confezionare un prodotto che si preannunciava mediocre già in partenza.

Non pessimo, solo mediocre, dato che delle avventure del guerriero cimmero di R.E. Howard (di cui ho letto ogni singolo racconto, detto per inciso) in questo film c’è appena l’ombra.
Certo, ci sono azione, sangue, magia, buoni e cattivi, sensualità, ma il tutto sa di prodotto preconfezionato.

Ad ogni modo, ecco in breve la trama del film: Conan è nato su un campo di battaglia. Morta la madre nella stessa battaglia, egli è stato cresciuto dal padre (interpretato da quel Ron Perlman che invariabilmente ogni volta mi fa pensare a due film: Il nome della rosa e La città dei bambini perduti) all’insegna dei valori cimmeri: onore, gloria, forza.

Un giorno, però, l’esercito del malvagio Khalar Zym distrugge il villaggio di Conan ala ricerca del pezzo mancante della maschera di Acheron, che, se ricomposta, donerà al suo possessore forza e fortuna quasi divine.

Il giovanissimo (ma già aggressivo) Conan sarà così costretto ad assistere alla devastazione del villaggio e alla morte del padre… e farà di ciò la sua ragione di vendetta e di vita.

Durante questa missione, egli incontrerà ladri, sacerdotesse, streghe e così via…

Come detto, nel complesso Conan il barbaro è un film dinamico e ricco di azione, ma carente nell’aspetto della potenza evocativa che era il tratto saliente della penna di Robert Ervin Howard

Fosco Del Nero



Titolo: Conan il barbaro (Conan the barbarian).
Genere: fantasy, drammatico, azione.
Regista: Marcus Nispel.
Attori: Jason Momoa, Ron Perlman, Rachel Nichols, Stephen Lang, Rose McGowan, Steve O'Donnell, Raad Rawi, Nonso Anozie, Saïd Taghmaoui, Leo Howard.
Anno: 2011.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 26 aprile 2013

The whisperer in darkness - Sean Branney

The whisperer in darkness è un film di un’ora e quaranta minuti basato sull’omonimo racconto di Howard Phillips Lovecraft.
Ora, io sono un fan di Lovecraft fin da quando, adolescente, mi lessi tutti i suoi racconti, tra cui questi stesso Colui che sussurrava nelle tenebre, che peraltro è uno dei più evocativi. 

Tra l’altro questo film non è il primo che recenisco ispirato ai racconti dello scrittore di Providence, dal momento che su Cinema e film sono già passati Dagon (che mi è piaciuto molto e che ho visto diverse volte) e La casa delle streghe (che invece mi deluse un poco). 

Ma torniamo a The whisperer in darkness, che, per la precisione, ho visto in inglese con i sottotitoli in italiano: la storia è ambientata negli anni ''30 e prende le mosse nell’immancabile Miskatonic University, tra professori e studiosi di folkore.
Uno di questi è Albert Wilmarth, contattato via lettera da Henry Akeley e poi dal di lui figlio George per via di strane e minacciose creature che si aggirano intorno alla loro fattoria del Vermont. 
I due, a sostegno di quanto dicono, portano, oltre alla loro testimonianza, anche delle foto, delle registrazioni audio e alcuni manufatti. 
Tanto che Wilmarth, noto scettico, decide di partire e andare a vedere con i suoi occhi, anche per via di un misterioso cambio di atteggiamento di Henry Akeley, ora stranamente positivo e anzi entusiasta. 

La storia fa parte del Ciclo di Cthulhu per cui Lovecraft è diventato celebre, e in particolare racconta delle creature provenienti dal pianeta Yuggoth
Tecnicamente, siamo in pieno horror, benché si tratti di un horror assai lontano dai film del terrore più classici: con Lovecraft, e con questa fedele trasposizione, infatti, ad opprimere non sono tanto effetti visivi o auditivi spettacolari o improvvisi, quanto un’atmosfera opprimente e di ineluttabile tragedia. 

The whisperer in darkness, girato in bianco e nero e con una tecnica tale da ricordare per l’appunto gli anni ''30, fa proprio dell’atmosfera il suo punto forte, e poco importa se si tratta di una produzione di basso profilo, con budget evidentemente limitato, un cast di attori non famosi e qualche dettaglio nono convincente, perché a convincere è la storia in sé, accattivante e coinvolgente fin dal suo incipit. 

Ma, senza fare tanti discorsi, un fan di Lovecraft non potrà che apprezzarla.
Se, invece, cercate un horror più classico, forse è meglio che cerchiate qualcos’altro. 

Fosco Del Nero



Titolo: The whisperer in darkness (The whisperer in darkness).
Genere: horror, fantastico, drammatico.
Regista: Sean Branney.
Attori: Matt Foyer, Matt Lagan, Andrew Leman, Joe Sofranko, Barry Lynch, Daniel Kaemom, Autumn Wendel, Stephen Blackehart.
Anno: 2011.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 22 aprile 2013

Ken il guerriero - La leggenda di Toki - Takahiro Imamura

Dopo Ribelle - The brave, un altro film d’animazione recensito su Cinema e film, anche se stavolta cambiamo decisamente genere… e anche zona del mondo, passando dagli Stati Uniti al Giappone.
Il candidato odierno è, difatti, Ken il guerriero - La leggenda di Toki, uno dei cinque film d’animazione dedicati alla figura e alla storica serie animata di Ken il guerriero.

La leggenda di Toki, per la precisione, è il quarto: segue La leggenda di Hokuto, La leggenda di Raoul e La leggenda di Julia, mentre precede La leggenda del vero salvatore.

Si tratta di un film piuttosto breve, di meno di un’ora, dedicato come suggerisce il nome alla figura di Toki, uno dei fratelli maggiori di Ken: quello più gentile e sfortunato, come ricorderanno bene i fan della serie animata, contrapposto a Raoul, omaccione dalle pretese di dominio del mondo.
Uno dei tanti della serie che avrebbe voluto dominare il mondo, ad essere precisi (altri furono Shin, Sauzer, Yuda, etc).

Comincio col dire che ho visto solo questo episodio della pentalogia, anche se la cosa osta poco la visione del film, dato che i vari episodi sono a se stanti, ognuno dedicato a un personaggio della storia.

Questo, come si diceva, a Toki, destinato dapprincipio ad essere l’erede della scuola di Okuto, ma afflitto da una malattia mortale che ne ha anticipato la dipartita: per questo motivo il titolo della scuola è andato a Kenshiro, suo fratello minore.

Nell’episodio, si ripercorre la sfortunata storia di Toki, uno dei personaggi più amati dell’intera serie, dalla sua infanzia sino al duello finale con Raoul. Kenshiro, accompagnato dai giovani Bart e Lynn, è sostanzialmente uno spetttore del film...

… che non mi ha convinto molto, devo dire, in nessun senso: animazione, doppiaggio, esposizione della storia.

In particolare, va detto che se non si conosce la serie animata si rischia di non capire nulla o quasi, e che solamente sapendo a menadito la trama di Ken il guerriero si comprendono certi passaggi, dato che l’episodio fa balzi enormi da un punto all'altro della trama.

Nel complesso, a mio avviso Ken il guerriero - La leggenda di Toki è un film d’animazione mediocre, che non rende giustizia alla serie storica di Kenshiro

Fosco Del Nero



Titolo: Ken il guerriero - La leggenda di Toki (Shin Kyuseishu Densetsu Hokuto no Ken - Toki Den).
Genere: animazione, anime, fantastico, drammatico.
Regista: Takahiro Imamura.
Anno: 2008.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 15 aprile 2013

Ribelle - The brave - Mark Andrews

Quest’oggi vado a recensire il recente film d’animazione della Pixar: Ribelle - The brave
Genere del film: fantastico, commedia, con un pizzico di suspence.

Andiamo subito agli estremi della trama: Merida è la principessa adolescente figlia del vivace re Fergus e della formale regina Elinor
Tra i due, la giovane assomiglia senza dubbio più al primo, essendo lei stessa vivace e dal carattere ribelle, come illustra il titolo del film. 
La fluente chioma rosso-arancio di cui è dotata, in tal senso, parla da sola.

I guai incominciano allorquando la tradizione del regno scozzese vuole che la principessa sposi uno dei primogeniti delle tre casate più importanti… nessuno dei quali, va da sé, attira minimamente la giovane rossina.

Da qui comincia un atto di ribellione, indirizzato soprattutto alla normalissima madre-regina, che porterà la ragazza, e con lei tutto il regno, in un’avventura tra pericolo e magia.

In realtà, la trama di Ribelle - The brave è molto più lineare e piatta di quanto farebbero presumere queste righe di presentazione, e difatti il film Pixar si distingue più per la bellezza estetica (è stato proposto al cinema anche in 3D), soprattutto degli sfondi, che per l’originalità della trama o l’arguzia dei dialoghi.

E, poscia che per me conta soprattutto l’esperienza mentale di un film, piuttosto che l’ipertecnologia visiva, Ribelle - The brave mi ha un poco deluso. Anche per via di un aspetto comico-umoristico piuttosto banalotto, che non fa eccellere il film nemmeno da questo punto di vista.

In questo senso, gli ho preferito largamente prodotti come Megamind, Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti, Happy feet, Monster house, Wallace & Gromit per il settore comico, o I figli della pioggia, Azur e Asmar, Kirikù e la strega Karabà, Coraline e la porta magica, La leggenda di Beowulf per quello avventuroso-esotico.

Ma, come si dice, a ognuno il suo, e certamente Ribelle - The brave avrà avuto i suoi fan tra le numerose persone che lo hanno visto al cinema in tutto il mondo (grande successo nei botteghini USA). 

Fosco Del Nero



Titolo: Ribelle - The brave (The brave).
Genere: animazione, commedia, fantasy.
Regista: Mark Andrews.
Anno: 2012.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 9 aprile 2013

Powder - Victor Salva

Powder, il cui sottotitolo è Un incontro straordinario con un altro essere, è un film diretto nel 1995 da Victor Salva
Un film oramai vecchiotto, dunque, che tuttavia non ho sentito nominare se non di recente.

Tra l’altro, mi ha fatto piacere rivedere, proprio come attore protagonista, una vecchia conoscenza di una serie tv che guardavo da ragazzino: parlo de Le avventure del giovane Indiana Jones e di Sean Patrick Flanery, che a onor del vero in Powder è quasi irriconoscibile, un po’ perché privato dei capelli e un po’ per il colorito “leggermente” pallido.

Tra gli altri attori, comunque secondari rispetto al personaggio centrale, Jeff Goldblum (La mosca, Jurassic ParkIndependence Day), Mary Steenburgen (Ritorno al futuro - Parte III) e Lance Henriksen (Alien).
Quanto al regista, è Victor Salva, lo stesso del psicologico-spirituale Peaceful warrior - La forza del campione... ma anche lo stesso dell'horror Jeepers creepers.

Andiamo subito alla trama di Powder - Un incontro straordinario con un altro essere: Jeremy Reed, soprannominato Powder, è un giovane assai particolare. La madre, poco prima di darlo alla luce e di morirne, è stata colpita da un fulmine, “donando” alla sua creatura dei poteri e una sensibilità particolare. Purtroppo, però, anche un aspetto particolare, pallidissimo e completamente glabro, tanto da sembrare una sorta di fantasma umano.
A peggiorare la situazione, egli, ripudiato dal padre, è stato cresciuto dai nonni e tenuto in uno scantinato ininterrottamente per vent’anni, prima di essere “scoperto” dall’assistente sociale Jessie Caldwell una volta morti i suddetti nonni.
Da questo momento inizia una nuova vita per Powder, una vita sotto i riflettori della luce e del mondo, decisamente più difficile… per lui ma anche per coloro che gli stanno intorno.

Il genere del film è presto detto: siamo nel drammatico, condito da alcuni elementi fantastici (fulmini, fenomeni elettrici, lettura del pensiero, una sorta di ascensione in cielo, etc).
Tuttavia, più che l’etichetta del genere, contano i contenuti del film, e in questo senso Powder è un elemento strano tanto quanto il suo protagonista.

Il film, difatti, tra un maltrattamento e l’altro del giovane (cosa su cui probabilmente il regista ha esagerato con lo scopo di suscitare l’empatia del pubblico e rendere simpatico il protagonista della storia), punta su alcuni concetti di fondo di stampo persino spirituale e di evoluzione personale.

Siamo tutti interconnessi, letteralmente, esiste solo l’unità, anche se i nostri sensi ci ingannano e la nostra mente egoica pure. 
A limitarci, infatti, siamo solo noi, e senza limiti avremmo poteri che attualmente consideriamo incredibili: dalla lettura del pensiero, alla manipolazione energetica… fino all’amore incondizionato, se vogliamo considerarlo un potere.

Questo è il messaggio di fondo di Powder, che ne fa anche passare un altro: l’umanità del futuro è questa… non l’essere albini, glabri e con problemi agli occhi e alla pelle (si spera, almeno), ma vivere una realtà di unità e di amore ed empatia universali e incondizionati.

Un bel messaggio, certamente, seppur inserito in un film un po' troppo melodrammatico e violento, che maltratta un po’ troppo il suo protagonista e che lo rende debole e sottomesso più di quanto sarebbe stato lecito attendersi (all’evoluzione spirituale e al potere interno corrisponde anche un carisma esterno, e in questo il film ha una discrepanza; inoltre, il film propone alcune scene dal sapore un po' malato... cosa che, devo notare, fa il paio con la condanna per abusi sessuali di minori che il regista ha subito e scontato).

Ad ogni modo, considerando anche la data del film, devo dire che Powder è stato una bella scoperta, e che l’ho apprezzato. Anche se il finale è un po’ “facilotto”.

Chiudo la recensione con poche frasi tratte dal film:

"Io non ho paura."

"Hai mai ascoltato le persone dal di dentro? Così da vicino che senti i loro pensieri e tutte le loro paure? Sentire i loro ricordi e le cose che neanche sanno di pensare..."

"Molte persone dentro hanno la sensazione di essere separate, separate da ogni cosa."
"E non è così?"
"Assolutamente no: sono assolutamente parte di ognuno e di ogni cosa. La gente non riesce a vedere che è parte di un tutto e non capisce di essere bella. Non è necessario nascondersi o  mentire."

Fosco Del Nero



Titolo: Powder (Powder).
Genere: drammatico, fantastico, psicologico.
Regista: Victor Salva.
Attori: Sean Patrick Flanery, Mary Steenburgen, Jeff Goldblum, Lance Henriksen, Brandon Smith, Bradford Tatum, Susan Tyrrell.
Anno: 1995.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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