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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

venerdì 30 maggio 2014

Fargo - Joel Coen, Ethan Coen

Fargo è il secondo film dei Fratelli Coen che recensisco nel blog dopo l’ottimo Il grande Lebowski, film cui mi sono molto affezionato e che ho già visto svariate volte.

Come sempre, quando il riferimento è elevato, sono elevate anche le aspettative, e più queste sono elevate più è facile che vadano deluse…

… come è successo, almeno parzialmente, per Fargo, film discreto, “curioso”, per utilizzare un aggettivo ricorrente nel film stesso, ma non certo indimenticabile.

La prima cosa che colpisce del film è il cast: William H. Macy mi ricorda all’istante l’incantevole Pleasantville, mentre Steve Buscemi mi riporta indietro all’altrettanto bello Big fish.

A completare il trio di attori principali, Frances McDormand, moglie del regista Joel Coen nonché Premio Oscar proprio per questo film, in cui in effetti risulta probabilmente la più in palla.

Ecco in breve la trama di Fargo: siamo nel Minnesota nel 1987, e Jerry Lundegaard, direttore di una concessionaria di auto, di proprietà peraltro del suo ricco genero, ha bisogno di denaro liquido, tanto che inscena il rapimento della moglie, a cui nelle sue intenzioni porrà rimedio proprio il genero con i suoi abbondanti capitali.
Per attuare ciò, si avvale della collaborazione di due malviventi, Carl Showalter e Gaear Grimsrud: in teoria, la cosa dovrebbe andare liscia, nel senso che lo stesso Jerry avrebbe dato metà del riscatto ai finti rapitori e si sarebbe tenuto l’altra metà.
Però, Carl si rivela un po’ imbranato, mentre Gaer si rivela del tutto fuori di testa, e il tutto andrà assumendo proporzioni decisamente non previste.

Alla fine della fiera, andrà in scena una storia a metà strada tra la commedia, il film drammatico e il film grottesco, con il melange che forse è troppo azzardato, per quanto il film si lasci seguire con piacere e simpatia.

Simpatia, ma non stato dell’arte, mentre a mio avviso Il grande Lebowski aveva una profondità e un’originalità nettamente maggiori.
Ad ogni modo, guardiamo le cose belle, e diciamo che anche Fargo ha i suoi lati positivi e che, se non lo avete ancora visto e magari amate il genere commedia grottesca, potrebbe fare al caso vostro.
Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Fargo (Fargo).
Genere: commedia, drammatico, grottesco.
Regista: Joel Coen, Ethan Coen
Attori: William H. Macy, Steve Buscemi, Frances McDormand, Peter Stormare, Kristin Rudrüd. Harve Presnell, Tony Denman, Gary Houston.
Anno: 1996.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 28 maggio 2014

Le 5 leggende - Rise of the guardians - Peter Ramsey

Pur avendo un blog sul cinema, e pure un blog piuttosto attivo, che nel corso dei suoi sei anni di vita ha pubblicato circa 680 recensioni, non sono molto informato sui film al cinema, per un motivo molto semplice: non mi interessano prodotti commerciali da botteghino, né sono attratto dalle novità per il solo fatto che sono novità.

Preferisco decisamente, difatti, andare a cercarmi i film di registi che mi hanno colpito il precedenza, oppure andare ai classici del passato più o meno lontano… i quali, se sono diventati classici, di solito è per un buon motivo.

Insomma, sono più attratto dalla qualità che non dalle produzioni super pubblicizzate.
Questo atteggiamento, se da un lato porta buoni frutti, dall’altro ha anche dei contro: nello specifico, spesso non sono a conoscenza di film recenti di ottimo livello, come quello che sto presentando oggi e che mi ha segnalato una mia lettrice.

A ogni modo, il film in questione è Le 5 leggende - Rise of the guardians, ed è un film d’animazione del 2012.
Un film piuttosto ambizioso, data la sceneggiatura e il livello tecnico… ed è una di quelle volte fortunate in cui l’ambizione trova compimento.

Andiamo subito a tratteggiare la trama, molto americana da diversi punti di vista, tanto che lo spettatore europeo già deve compiere un atto di adattamento iniziale, dati i protagonisti: essi sono nientemeno che Babbo Natale, la Fatina dei Denti, il Coniglio di Pasqua, Sandman, Jack Frost e l’Uomo Nero.
I primi quattro sono i guardiani del titolo, il sesto è il cattivo di turno, mentre il quinto è l’elemento imprevisto, capace di far pendere le forze in gioco da una parte o dall’altra.

L’adattamento cui siamo da subito chiamati è dato dal fatto che, se Babbo Natale e l’Uomo Nero sono figure note anche qua da noi (anche la Fatina dei denti, seppur meno), lo stesso non si può dire per il Coniglio di Pasqua, Sandman e Jack Frost, figure popolari viceversa in America.

A essi peraltro si aggiunge un altro personaggio, pur se fuori campo: l’Uomo della Luna, il saggio osservatore e direttore delle cose sulla Terra, colui che suggerirà ai quattro guardiani l’aggiunta al gruppo di Jack Frost per fronteggiare la crisi provocata dall’Uomo Nero, il quale vuole diffondere paura e incubi in luogo dell’allegria e dei sogni cui viceversa sono votati i buoni.

Questi gli estremi “convenzionali” del film.
Veniamo ora alla parte più interessante del film, ossia i contenuti emotivi.

Le 5 leggende - Rise of the guardians è un film di grande bellezza non solo perché il suo livello tecnico-visivo è spettacolare, a tratti incantevole per colori e scenari, ma anche perché è un inno alla vita, e perché affronta, nel suo essere una fiaba per grandi e per piccoli, tematiche importanti, come da un lato la non accettazione, il non essere riconosciuti, l’essere invisibili, le proprie paure, e dall’altro l’energia, l’unione, il divertimento, l’infanzia, i sogni e la propria essenza.
Senza contare che i cinque guardiani rappresentano i quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua... più un quinto elemento "direttivo", che negli elementi orientali potrebbe corrispondere all'etere.
Anche la presenza dell'Uomo della Luna, con i suoi indirizzi e suggerimenti, contribuisce a dare un tono esistenziale e destinico alla vicenda.

Globalmente, sono tematiche non da poco, che assumono per il protagonista centrale Jack Frost, ma anche per lo spettatore che vi parteciperà in modo attivo, la valenza di un’iniziazione a un lato dell’energia, o della Forza volendola dire con Star wars.

Perché, se gli “estremi” sono animazione e fantasia, il contenuto è reale e ben solido, e rappresenta per l’appunto la scelta cui tutti sono chiamati.
In questo senso, a tratti il film è persino commovente nella sua bellezza interiore, accompagnata anche a quella esteriore, che certo non fa male e che anzi, come ho già detto, è essa stessa esaltante.

Insomma, a mio avviso Le 5 leggende - Rise of the guardians è un gran bel film.

Fosco Del Nero



Titolo: Le 5 leggende (Rise of the guardians).
Genere: animazione, fantastico.
Regista: Peter Ramsey.
Anno: 2012.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 26 maggio 2014

Alien - Ridley Scott

Alien è sempre stato uno dei miei film horror preferiti, tanto che l’avevo già visto svariate volte.
Non da quando, però, avevo aperto Cinema e film, ragion per cui compare sul blog solo ora, a ormai sei anni dalla sua apertura. 

Presumo che la storia sia nota a tutti o quasi: l’equipaggio della Nostromo, di ritorno sulla Terra dopo una missione di lavoro nella galassia, viene svegliato a metà strada, a causa di una postilla del contratto, sarebbe a dire un segnale proveniente da un pianeta, che in automatico risveglia dal sonno criogenico l'equipaggio della nave.

Le persone dell'equipaggio cercano allora di decifrare il segnale, e infine scendono in esplorazione sul pianeta: verrà trovata un’astronave sconosciuta, con all’interno dei vecchissimi cadaveri di un’enorme specie aliena… morta in modo misterioso.
Gli esploratori rientrano poi in tutta fretta nella propria astronave dopo che uno di essi viene attaccato da una piccola creatura aliena, che gli si attacca alla faccia, mandandolo in una sorta di coma controllato.

Da qui inizia l’incubo dell’equipaggio del Nostromo, con la bella e coraggiosa Ellen Ripley (Sigourney Weaver; Ghostbusters, Ghostbusters 2Avatar, Galaxy quest, Humandroid) a opporsi al fortissimo alieno, nel mentre giunto a maturazione proprio grazie all’incubazione nell’uomo attaccato.

Alien ha avuto un successo talmente grande da aver dato luogo a una vera e propria saga: il film è stato subito trasformato in libro dallo scrittore Alan Dean Foster, e poi ha dato vita a tre seguiti, Aliens - Scontro finale, Alien 3Alien - La clonazione, a un prequel, il recente Prometheus, e a due film connessi all’altro film di fantascienza orrorifica Predator: Alien vs. Predator e Aliens vs. Predator 2.

Insomma, un universo immaginativo vero e proprio… non scevro però da polemiche: lo scrittore di fantascienza Alfred Elton Van Vogt (che, per inciso, era uno degli scrittori preferiti della mia adolescenza) fece causa ai produttori del film per via delle forti somiglianze con uno dei suoi romanzi, e d’altra parte Alien ricordava in vari punti anche il film italiano Terrore nello spazio.

Rimane il fatto che Alien è uno dei film storici del cinema mondiale, non solo della fantascienza o dell’horror, ricordato da varie generazioni e inserito nell’elenco dei film più importanti di tutti i tempi.

Da sottolineare un altro punto: l'alieno si comporta verso l'uomo un po' come l'uomo si comporta con le altre specie animali: le sfrutta, si nutre di loro in modo irrispettoso, fino ad ucciderle... chissà che anche questo elemento non sia stato decisivo nell'inconscio collettivo per determinare il successo del film.

Per chi non lo avesse mai visto, buona visione… per gli altri, magari buona re-visione, magari con la versione director’s cut.

Fosco Del Nero



Titolo: Alien (Alien).
Genere: fantascienza, horror.
Regista: Ridley Scott.
Attori: Sigourney Weaver, Tom Skerritt, John Hurt, Yaphet Kotto, Veronica Cartwright, Ian Holm, Harry Dean Stanton.
Anno: 1979.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 23 maggio 2014

Innocenza infranta - Pat O'Connor

Avevo già visto Innocenza infranta, ma erano passati anni e ho voluto dare al film una seconda occasione dopo l’amaro in bocca che mi avevo lasciato nel ricordo vago che avevo di esso.

Ebbene, c’è stata una conferma: il film è ben fatto, ma la storia ha un sapore agrodolce da diversi punti di vista, pur essendo globalmente ben fatta.

Ad ogni modo, andiamo a tratteggiare in sintesi la trama, che racconta le vicende di una cittadina americana del Midwest nella fine degli anni ''50, e in particolare le vicende di due famiglie, gli Holt e gli Abbott: il protagonista principale del film è Doug Holt (Joaquin Phoenix; LeiIl gladiatore, Da morire), il fratello minore e più tranquillo degli Holt, mentre il maggiore è il più disinvolto e piantagrane Jacey (Billy Crudup; Big fish, Watchmen, Sirene).
Jacey sembra avere un conto aperto con gli Abbott, di cui invidia la ricchezza e il prestigio, a suo dire frutto del furto di un brevetto di suo padre; il quale peraltro è morto quando lui era un bambino piccolo proprio per una scommessa con l’amico Abbott.
Il modo di Jacey di vendicarsi di Abbott è semplice: corteggiare la sua bellissima figlia Eleanor (Jennifer Connelly; Labyrinth, A beautiful mind, Dark City), anch’essa personaggio piuttosto vivace, per utilizzare un eufemismo. E, una volta trasferita dal padre lontano, provarci con la maggiore Alice, peraltro già sposata e madre.
Quanto a Doug, egli è invece molto più tenero e romantico, tanto che la sua lunga amicizia con la più piccola delle Abbott, Pamela (Liv TylerIl signore degli anelliIo ballo da sola) ha sempre faticato a trasformarsi in una relazione d’amore.

La vita va avanti, con i ragazzi che si diplomano, vanno all’università, si spostano, e magari ritornano in paese per le vacanze.
Ma gli intrecci tra gli Holt e gli Abbott procedono comunque, anche perché i due ragazzi e Pamela si ritrovano nella stessa università a Philadelphia, e comunque poi si ritrovano nel loro luogo d’origine in estate o nelle feste di Natale.

Essenzialmente Innocenza infranta è da un lato l’affresco di una cittadina americana degli anni ''50, e dall’altro il racconto, praticamente romanzato, della giovinezza di Doug e delle persone a lui care: suo fratello, pur con il rapporto grandemente conflittuale tra i due, sua madre, Pamela, etc.

C’è un’atmosfera fortemente retrò e romantica in questo film, nonché qualche accelerazione emotiva, pur nel suo incedere temporalmente ampio e segnato dall’energia tranquilla di Doug, che è anche la voce narrante fuori campo.

Nel complesso, Innocenza infranta non mi è dispiaciuto affatto, anche per l’ottimo cast messo su dal regista, che ha, per così dire, anticipato il successo di praticamente tutti e quattro gli attori protagonisti, al tempo ancora giovani e non al pieno dalla loro maturità espressiva. 
In generale, comunque, è proprio il sapore “anni "50” che rende attraente questa storia un po' difficile ma al contempo molto dolce.

Fosco Del Nero



Titolo: Innocenza infranta (Inventing the Abbots).
Genere: drammatico, sentimentale.
 Regista: Pat O'Connor.
Attori: Joaquin Phoenix, Billy Crudup, Liv Tyler, Jennifer Connelly, Kathy Baker, Will Patton, Liv Tyler, Alessandro Nivola, Barbara Williams
Anno: 1997.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 22 maggio 2014

Il treno per il Darjeeling - Wes Anderson

Ho iniziato a vedere Il treno per il Darjeeling senza sapere che il film fosse di Wes Anderson, già regista del brillante I Tenenbaum, ma ho subito sospettato la stretta parentela tra i due film dai primi attori presenti nel cast: il film si apre con un cameo di Bill Murray (Ghostbusters, Ricomincio da capo, SOS fantasmi, I Tenenbaum) e prosegue poi con il trittico Owen Wilson (I Tenenbabum, Starsky & Hutch, 2 single a nozze, Io & Marley, Haunting - Presenze), Adrien Brody (Detachment, Predators, The village), Jason Schwartzman (Rushmore, I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita), trittico che peraltro ricorda gli stessi tre fratelli de I Tenenbaum.

Con la differenza che in quel caso il loro padre stava per morire, mentre qua è morto di recente e i tre, che peraltro non si parlavano da un po’ di tempo, intraprendono un viaggio in India a metà tra il viaggio spirituale e la spedizione di ricerca di loro madre, che nel mentre si è fatta suora ed è andata a vivere là.

Il viaggio si gioca per buona parte sul treno per Darjeeling di cui il titolo, e ci presenta i tre fratelli, tutti e tre piuttosto strani: Francis Whitman è il più grande e anche quello più direttivo, ed è reduce da un brutto incidente in moto, tanto che ha la faccia coperta da bende per praticamente tutto il film; Peter Whitman è il secondo, ed è in crisi per la nascita imminente del suo primo figlio; Jack Whitman è il terzo e pure lui, giusto per cambiare, è in crisi per via della rottura con la sua ex fidanzata (cameo di Natalie Portman), che ha lasciato a Parigi.

Come da tradizione, Wes Anderson mescola commedia, dramma umano ed elementi surreali, col risultato finale che il surrealismo è l’elemento dominante del tutto, data l’improbabilità sia dei personaggi che delle situazioni sceneggiate.

Altro elemento da tradizione andersoniana: la presenza di Angelica Houston (La famiglia Addams, I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou) come madre-riferimento… in questo caso, però, riferimento perduto, con i tre che sono quindi costretti ad andare per la loro strada.

Nel complesso, ho gradito Il treno per il Darjeeling, film originale, vivace e interessante, tanto che lo consiglio a mia volta… a meno che, per vostro gusto personale, non amiate lo stile dei film di Wes Anderson, giacché lo troverete in pieno anche in questa pellicola del 2007.

Fosco Del Nero



Titolo: Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited).
Genere: commedia, drammatico, surreale.
Regista: Wes Anderson.
Attori: Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Anjelica Huston, Amara Karan, Camilla Rutherford, Irrfan Khan, Bill Murray, Natalie Portman.
Anno: 2007.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 19 maggio 2014

Star wars 6 - Il ritorno dello jedi - Richard Marquand

Dopo aver recensito La minaccia fantasmaL’attacco dei cloniLa vendetta dei sith, Una nuova speranza e L’impero colpisce ancora, mancava solo la recensione de Il ritorno dello jedi, il film conclusivo della trilogia degli anni "70-80 e finora anche l’ultimo in assoluto dell’intera saga di Star wars, in attesa della trilogia mancante e finale.

Tutti e tre i film della prima trilogia (prima come produzione, ma seconda all’interno della storia della saga, come noto) sono di alto livello, appassionanti e coinvolgenti, anche se non peccano a qualche livello, soprattutto nella sceneggiatura.

Riguardo a Il ritorno dello jedi, mi riferisco in particolare alla battaglia tra i soldati dell’impero e i piccoli e pacifici ewoks, assolutamente non credibile nel suo essersi giocata alla pari, nonché alla scena finale di distruzione dell’Imperatore e di redenzione di Dart Fener (che difatti a fine film ridiventa Anakin Skywalker nella visione “eterea” di suo figlio Luke, accanto ai suoi vecchi maestri Yoda e Obi Wan Kenobi): troppo ingenuo l’Imperatore, nonché cieco al tradimento del suo allievo, il quale a sua volta muore per un nonnulla, altro non senso.

Comunque, a trovare dissonanze e imprecisioni in questi film ci vuol poco, ed è assolutamente meglio godersi la storia senza andare troppo per il sottile.

E la storia c’è, riprendendo le fila dal congelamento di Ian Solo nell’episodio precedente, fino alla resa dei conti finale con l’Imperatore.
Nel mezzo, avventure, azione e gag… anche se meno dialoghi ispirati rispetto ai precedenti due episodi, sostituiti in compenso da molta azione… va da sé che alcuni gradiranno il cambio mentre altri no.

Di mio, trovo che L’impero colpisce ancora sia l’episodio più riuscito della vecchia trilogia di Guerre stellari, e che La minaccia fantasma sia quello più riuscito della nuova trilogia, ma, come sempre, ognuno avrà le sue opinioni e le sue preferenze.

Rimane il fatto che Star wars è una saga che ha fatto la storia del cinema e che fa sempre piacere rivedere, trilogia per trilogia o tutta insieme come ho fatto io questa volta.
Anche se, a essere onesto, mi sono sempre chiesto come mai a suo tempo non siano riusciti a trovare una principessa Leila più affascinante e accattivante, accontentandosi della banalotta Carrie Fisher.

In chiusura, propongo le poche citazioni esistenzialmente interessanti del film: la prima  dalla voce di Maestro Yoda e le altre da quella di Obi Wan Kenobi.

"Ricorda, il vigore di uno jedi proviene dalla Forza.
Ma stai attento: collera, paura, aggressività, il lato oscuro essi sono. Quando il sentiero oscuro tu intraprendi, per sempre esso dominerà il tuo destino. 
Luke, la Forza scorre potente nella tua famiglia. Trasmetti ciò che imparato hai."

"Molte delle verità che affermiamo dipendono spesso dal nostro punto di vista."

"Non puoi sfuggire al tuo destino."

"Il tuo intuito ti guida bene."

Fosco Del Nero



Titolo: Star wars 6 - Il ritorno dello jedi (Star wars: episode VI - Return of the jedi).
Genere: fantascienza.
Regista: Irvin Kershner.
Attori: Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Peter Mayhew, Sebastian Shaw, Ian McDiarmid, Billy Dee Williams, Anthony Daniels.
Anno: 1983.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 16 maggio 2014

Arion - Yoshikazu Yatsuhiko

Avevo qua a casa da ormai molto tempo Arion, film d’animazione oramai piuttosto vetusto (datato 1986), ma non lo avevo mai visto, forse scoraggiato dai disegni non proprio entusiasmanti.

Avevo fatto male, visto che Arion si è rivelato un film d’animazione piuttosto interessante, peraltro basato su un precedente manga (ossia fumetto).

Ecco in breve la (ricca) trama del film: Arion è un titano semidio, ossia figlio di un Dio, Poseidone, e di una donna, Demetra
Un giorno, suo zio Ades, dio degli inferi, lo porta con l’inganno proprio negli inferi, dove lo addestra alla guerra e in particolare alla spada, con l’intento di mandarlo, una volta più grande, nell’Olimpo ad uccidere Zeus… che gli è stato detto essere il responsabile della cecità di sua madre.

Qualche verità e qualche menzogna, col tutto che finisce per assumere i contorni di una saga epica, cui parteciperanno anche il gigante Gidon, il ladruncolo Seneca, la serva Resfina, gli dei Atena, Ares e Apollo, nonché l’altro semidio, Prometeo.

Trama ricca, e peraltro multisfaccettata considerando le intenzioni nascoste dei vari personaggi, che si unisce a una buona regia, nonché a una realizzazione tecnica che, se agli occhi di oggi appare molto datata, per quegli anni non doveva essere affatto male.

Pur se ispirato alle vicende della mitologia greca (anche se va detto che alcuni ritengono non si trattasse di mera mitologia), Arion si prende qualche libertà, cambiando qualche nome e anche qualche carattere, nonché forza e poteri dei vari personaggi (Apollo è nettamente più potente di Atena e Ares, Zeus è una mammoletta, etc).

Nel complesso, Arion si fa guardare e bene, a questo a dispetto di una certa lunghezza, quasi due ore, cosa che comprova la buona qualità del prodotto… che altrimenti avrebbe annoiato ben prima delle due ore totali.  
Nel caso abbiate voglia di recuperarlo, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Arion (Neo heroic fantasia Arion).
Genere: anime, animazione, fantastico.
Regista: Yoshikazu Yatsuhiko.
Anno: 1986.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 14 maggio 2014

21 - Robert Luketic

Il film recensito quest’oggi su Cinema e film è 21, film del 2008 di Robert Luketic, regista noto soprattutto per commedie giovanili e piuttosto leggere.

21, difatti, riflette questa tendenza di fondo, mescolandola con il ben più serio ambiente dei casinò, con le loro regole e i loro rischi. 
Il film, peraltro, si ispira a una storia vera, narrata nel romanzo Bringing down the house.

Eccola: Ben Campbell è uno studente del Mit, ed ha capacità mentali nettamente sopra la media, specialmente riguardo ai numeri. Il suo problema, però, non essendo benestante, è trovare i soldi per frequentare l’università di medicina che vuole fare.
Un bel giorno, un suo professore, Micky Rosa, gli offre quest’opportunità, inserendolo nella sua squadra di giocatori di blackjack professionisti, sarebbe a dire abili nel conto delle carte e con un’organizzazione collettiva fatta di segnali e linguaggio in codice.
È così che Ben conoscerà la bella Jill Taylor, ma anche Cole Williams, il manager della security del casinò, che ovviamente non ama molto chi riesce a vincere tanti soldi…

Dico subito che il film non mi ha soddisfatto in pieno e che mi aspettavo di più, soprattutto per la presenza in esso di Kevin Spacey, che per me è una sorta di garanzia di qualità: American beauty, K-Pax, The big kahuna, Un sogno per domani, L’uomo che fissa le capre, etc.

Qualità e anche contenuti interessanti… che purtroppo mancano in 21, che alla fine si risolve in calcoli mentali, soldi e macchinazioni machiavelliche.

Paradossalmente, la parte del film che mi è piaciuta di più, per la sua grande ironia, è una scena in cui il manager della security Cole Williams, interpretato da Laurence Fishburne, sarebbe a dire Morpheus di Matrix, dice a un contatore di carte: “Tu credi di poter battere il sistema? È il sistema che invece batte te”.
Ironia ovviamente voluta, e francamente fantastica per l’incrocio con Matrix.

Purtroppo, però, non sempre il film si muove su livelli elevati, e anzi si concede pause e scene poco convincenti, per quanto nel complesso sia un prodotto sufficiente, con personaggi discretamente caratterizzati e con qualche dialogo ficcante.
Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: 21 (21).
Genere: commedia, drammatico, psicologico.
Regista: Robert Luketic.
Attori: Jim Sturgess, Kate Bosworth, Kevin Spacey, Laurence Fishburne, Aaron Yoo, Liza Lapira, Jacob Pitts, Jack McGee, Josh Gad, Sam Golzari, Helen Carey.
Anno: 2008.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

martedì 13 maggio 2014

Detachment - Il distacco - Tony Kaye

Quest’oggi recensisco un film che non è propriamente il mio genere, e che peraltro non mi ricordo nemmeno perché mi ero segnato: Detachment - Il distacco.

Ad ogni modo, sono contento di averlo visto, perché si è rivelato un bel film nel suo genere, grazie soprattutto all’interpretazione di un ottimo Adrien Body (The village, Il pianista, Predators), affiancato dalla giovanissima Sami Gayle (esordio cinematografico), nonché dai più navigati James Caan (Il padrino) e Lucy Liu (Charlie's angels, Kill Bill, Cypher), pur se in parti di contorno.

Detachment - Il distacco è la storia di un giovane supplente di scuola superiore, Henry Barthes, che viene a trovarsi in una scuola piuttosto difficile, per usare un eufemismo, in cui i ragazzi sono alle prese con violenza, sesso, droga, e i cui genitori non sono da meno, tanto che gli insegnanti vivono in clima oscillante tra tensione e vera e propria paura.

Se il degrado sociale ha finito per coinvolgere quasi tutti, ragazzi e insegnanti, Henry Barthes sembra protetto da una sua centratura interna, allenato dalla difficile vita che gli ha riservato il destino: il padre lo ha abbandonato da piccolo, la madre si è suicidata, probabilmente per una violenza subita da piccola, e lui ora si prende cura proprio del vecchio nonno, ultima vestigia rimastagli della sua famiglia…

… anche se la piccola Erica, giovanissima prostituta di strada, ambisce a far parte proprio della sua famiglia. 

Detachment - Il distacco racconta in sostanza come il protagonista della storia prenda coscienza del modo distaccato in cui viveva la vita (compresa la carriera di supplente che aveva abbracciato), tanto da decidere di svoltare, grazie all’ennesimo evento triste.

Il film si regge sull’eccellente interpretazione di Adrien Brody, e, nonostante la trama, è più un film introspettivo-psicologico che un film di denuncia sociale, come invece il non troppo dissimile, nella trama, The freedom writers.

Dicevo prima: il genera drammatico-triste non è proprio il mio genere, ma Detachment - Il distacco mi è piaciuto: cast all’altezza, buoni dialoghi, ottima caratterizzazione dei personaggi.
Nel caso vi ispiri, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Detachment - Il distacco (Detachment).
Genere: drammatico, psicologico.
Regista: Tony Kaye.
Attori: Adrien Brody, Sami Gayle, Christina Hendricks, James Caan, Lucy Liu, Bryan Cranston, Marcia Gay Harden, William Petersen, Blythe Danner, Tim Blake Nelson.
Anno: 2011.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 9 maggio 2014

Star wars 5 - L’impero colpisce ancora - Irvin Kershner

L’impero colpisce ancora è il quinto episodio della saga di Star wars, anche se è stato, come noto, solamente il secondo a essere girato, dal momento che la prima trilogia della saga racconta il dopo, mentre la seconda trilogia, quella più recente, racconta il prima.

Dunque al tempo L’impero colpisce ancora fu il secondo film della saga, seguito di Una nuova speranza, ma se ne discostava in modo sensibile per le ambientazioni meno tecnologiche e per lo stile più maturo, tanto da lasciare delusa una parte dei fan del primo film… anche se poi la storia ha parlato chiaro, nel senso che da molti L’impero colpisce ancora è considerato il miglior film dell’intera saga, cosa su cui concordo anche io.

Ecco in breve la trama del film: passati alcuni anni dalla distruzione della Morte Nera da parte dei ribelli, Dart Fener, ora alla guida assoluta dell’esercito imperiale (mentre nel precedente film curiosamente era un subordinato di ufficiali "umani"), sta dando disperatamente la caccia ai leader della Resistenza, soprattutto a Luke Skywalker, Ian Solo e Leila Organa, nascosti sul pianeta Hoth.
Un droide-sonda imperiale ha successo nella sua ricerca, e il pianeta è attaccato, con la Resistenza che in parte viene distrutta e in parte riesce a fuggire, pur se disunita.
Luke va sul pianeta Dagobah alla ricerca del maestro Yoda, che una visione di Obi Wan Kenobi gli ha detto di ricercare in qualità di istruttore sulla Forza, mentre Ian e Leila vanno sul pianeta Bespin, presso la Città delle Nuvole, amministrata dal di lui vecchio amico Lando Calrissian. Ma, va da sé, l’Impero non ha rinunciato a mettere i suoi artigli addosso a tutti loro…

Personalmente, trovo questo episodio più convincente del precedente, non solo per via delle migliorie tecnologiche dovute ai tre anni di distanza tra un film e l’altro, ma per una maggiore cura introspettiva dei personaggi e per delle ambientazioni più interessanti e ispiranti… e soprattutto per le scene di addestramento di Luke da parte di Yoda, le quali peraltro sono probabilmente il cuore della vecchia trilogia di Star wars.

Da esse ho estratto peraltro alcuni brani che vado a riportarvi.

Il primo dialogo ci parla della Forza.
“- Il vigore di un jedi scaturisce dalla Forza, ma attento al lato oscuro. Rabbia, paura, violenza: sono loro il lato oscuro: veloci ti raggiungono quando combatti. Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per esempre dominerà il tuo destino: consumerà te come consumò l’apprendista di Obi Wan.
- Il lato oscuro è più forte?
- No, no, no. Più rapido, più facile, più seducente.
- Ma come distinguo quello cattivo dal buono?
- Lo imparerai: quando sei calmo, in pace, passivo. Un jedi usa la forza per saggezza e difesa, mai per attaccare.”

Il secondo è divenuto tanto famoso da essere una citazione da conversazione…
“- Devi disimparare ciò che hai imparato.
- D’accordo, ci proverò.
- No, provare no. Fare. O non fare. Non c’è provare.”

E il terzo sa molto di esistenza e spiritualità.
“Mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è.
La vita essa crea ed accresce, la sua energia ci circonda e ci lega.
Illuminati noi siamo, non questa materia grezza.
Tu devi sentire la Forza intorno a te, qui, tra te, me, l’albero, la pietra, dovunque.”

Le ultime due sono citazioni molto brevi, la prima sulla fiducia e la seconda sull'odio.

“Non posso crederci.”
“Ecco perché hai fallito.”

“Non cedere all'odio: questo conduce al lato oscuro.”

In generale, l'addestramento da parte di Yoda, oltre che sull'utilizzo fisico-pratico della Forza, verte molto sui temi interiori della fede, della disciplina e della centratura interiore: siamo in piena tematica evolutiva, e piuttosto vicino agli insegnamenti di Gesù, ciò che probabilmente è la spiegazione più probabile del colossale successo della saga.

Con questo, ho terminato la recensione di Star wars 5 - L’impero colpisce ancora.
Se non lo avete ancora visto, buona visione… e se è da tanto che non lo vedete, buona revisione, magari in ordine come ho fatto io: La minaccia fantasmaL’attacco dei cloniLa vendetta dei Sith, Una nuova speranzaL’impero colpisce ancora e infine il (per ora conclusivo) Il ritorno dello jedi.

Fosco Del Nero



Titolo: Star wars 5 - L’impero colpisce ancora (Star wars: episode V - The Empire strikes back).
Genere: fantascienza.
Regista: Irvin Kershner.
Attori: Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Billy Dee Williams, Alec Guinness, Julian Glover, Clive Revill, Kenneth Colley, Jeremy Bulloch, Bruce Boa, Anthony Daniels, Kenny Baker.
Anno: 1980.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 8 maggio 2014

Il grande e potente Oz - Sam Raimi

Normalmente i film di cassetta non sono tra i miei preferiti, perché, per piacere al grande pubblico, puntano molto su effetti speciali e spettacolarizzazione, e molto poco invece su dialoghi e innovazione, che sono viceversa i fattori cui io guardo maggiormente.

Ogni tanto però faccio un’eccezione, e stavolta l’ho fatta per Il grande e potente Oz, film uscito lo scorso anno e diretto da Sam Raimi, che fa così un triplo salto carpiato dagli horror de La casa (La casa 1, La casa 2, La casa 3 - L’armata delle tenebre, Drag me to hell, ma ricordiamoci anche The gift - Il dono) alle produzioni Disney.

In questo caso, una produzione che è anche un prequel di un film culto del passato, ossia il mitico Il mago di Oz del 1939.

In questo film, quindi, niente Dorothy, spaventapasseri e compagnia bella, ma solo il mago di Oz, e la storia di come il mago è diventato mago… e di come la strega è diventata strega (quella dell’est, dico, la più brutta delle due streghe cattive).

Ecco in breve la trama de Il grande e potente Oz: Oscar Diggs, detto Oz (James FrancoSpider-Man), è un mago-prestigiatore-illusionista, che si esibisce nelle fiere di campagna del Kansas di inizio 900.
Un bel giorno, un uragano si abbatte nella zona in cui si trovava, e lui viene trasportato nel regno di Oz… adempiendo così la profezia che aveva preannunciato l’arrivo di un mago che si chiamava come il regno e che lo avrebbe salvato dalla strega cattiva, che aveva ucciso il precedente mago-re.

Oscar-Oz conosce così prima Evanora (Mila KunisThat 70's show, Il cigno nero), poi Theodora (Rachel WeiszLa mummia, Constantine, L’albero della vita) e infine Glinda (Michelle Williams; Dawson’s creek), le tre streghe del regno, chi buona e chi cattiva, e si avvierà lungo la strada che lo vedrà compiere la profezia. 

Premessa: essendo un prequel si sa già come finirà, il che significa avere già in partenza problemi di originalità… rafforzati dalla banalità di alcune sottotrame, col film che certamente non brilla per i colpi di scena.

Il grande e potente Oz, in compenso, brilla per altre cose: effetti speciali e computer grafica fanno il loro lavoro e spesso sono una gioia per gli occhi, e in particolare il finale pirotecnico del film merita la visione. Anche la colonna sonora fa il suo.

Peccato che non tutti i protagonisti del film siano all’altezza: se James Franco è perfetto per la parte del mago guascone, e le due streghe cattive se la cavano nel loro ruolo, è invece quasi imbarazzante Michelle Williams, che già non brillava in Dawson’s creek… figuriamoci in produzioni cinematografiche in grande stile. In effetti, non mi capacito del casting, ma vabbé, ognuno ha i suoi gusti.

Alla fine delle fiera, Il grande e potente Oz è un film che punta sugli effetti visivi, sulla simpatia di James Franco-Oz e sulla bellezza delle tre streghe… ma poi non c’è altro.
Per alcuni basta, e i dati degli incassi al cinema sono stati piuttosto lusinghieri… per me però è un film mediocre o poco più. Peccato.

Fosco Del Nero



Titolo: Il grande e potente Oz (Oz: the great and powerful.).
Genere: drammatico.
Regista: Sam Raimi.
Attori: James Franco, Michelle Williams, Mila Kunis, Rachel Weisz, Zach Braff, Abigail Spencer, Martin Klebba, Ted Raimi, Joey King, Tony Cox, Bill Cobbs, Tim Holmes.
Anno: 2013.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

sabato 3 maggio 2014

Il cammino di Santiago - Emilio Estevez

Molti sanno cosa è il cammino di Santiago, lungo percorso di pellegrinaggio che si snoda tra Francia e Spagna e che ha il suo culmine in Santiago de Compostela, divenuto nel corso dei secoli tanto famoso che a farlo sono migliaia di persone ogni anno, e non solo per motivi devozional-religiosi, ma per i motivi più vari (esperienza di vita, cultura, salute, ritrovamento di se stessi, etc). 

Ebbene, nel 2010 è stato girato un film intitolato proprio Il cammino di Santiago (almeno, nella versione italiana, il titolo inglese è semplicemente The way), ambientato ovviamente lungo il cammino stesso.

Ecco in breve la trama del film: Thomas Avery (Martin Sheen; Apocalypse now, West Wing - Tutti gli uomini del presidente, Qualcosa di speciale) è un dottore molto “americano”: lavoro, benessere, golf, e cultura molto statunitense… tanto che egli non va molto d’accordo con il figlio Daniel, al contrario più avventuriero, meno legato a soldi e posizione sociale e decisamente più orientato alle esperienze di vita.
Difatti, egli va a fare proprio il cammino di Santiago, ma muore durante una tempesta nei Pirenei.

Il padre andrà a prendere il suo corpo… e alla fine si ritroverà a fare il cammino al posto del figlio, e anzi insieme al figlio.
Lungo il cammino, troverà dei compagni, tutti molto diversi per estrazione e cultura, ma che finiranno per comporre una compagnia in qualche modo affiatata: Joost, Sarah, Jack.

Il film ha diverse radici: quella più scontata è il cammino, con i suoi panorami e i suoi colori; quella di fondo è il viaggio interiore di Tom; quella più situazionale è l’incontro con gli altri pellegrini e l’avvicinamento con i compagni di viaggio.

Purtroppo, però, il tutto è molto stereotipato, e al film manca profondità e anche bellezza, riducendosi semplicemente alla figura di un signore bisbetico che fa qualche conoscenza tra silenzi musoni e dialoghi banalotti e poco convincenti.
Alla fine dei conti, l'unica bellezza del film sono i panorami ripresi.

Insomma, Il cammino di Santiago non rende giustizia al cammino stesso, qua utilizzato per metter su un melodramma di profilo medio-basso... la cui visione non è certo irrinunciabile.

Fosco Del Nero



Titolo: Il cammino di Santiago (The way).
Genere: drammatico.
Regista: Emilio Estevez.
Attori: Martin Sheen, Deborah Kara Unger, Yorick van Wageningen, James Nesbitt, Emilio Estevez, Tchéky Karyo, Angela Molina.
Anno: 2010.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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