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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 13 luglio 2016

Hunger games 1 - Gary Ross

Ho sentito parlare solo di recente della saga fantastica Hunger games, nonostante essa abbia ormai qualche anno e sia arrivata al suo quarto film (col terzo episodio diviso in due parti), e nonostante essa discenda da un romanzo: l’omonimo romanzo di fantascienza scritto da Suzanne Collins.

Tra l’ambizione del progetto, il genere fantastico-distopico e l’avere come protagonista assoluta Jennifer Lawrence, che avevo apprezzato moltissimo ne Il lato positivo, il tutto mi ispirava molto, anche se in realtà un amico mi aveva detto che a suo avviso il film non era granché.

Comunque, me lo sono guardato… arrivando anche io ad una valutazione un po' tiepida, comunque non entusiastica.

Ma partiamo dalle basi: il regista è Gary Ross, di cui avevo già visto Seabiscuit - Un mito senza tempo, ma soprattutto l’incantevole (e quando dico incantevole non è affatto per modo di dire) Pleasantville. Dell’attrice principale ho già detto, mentre a girarle intorno vi sono Woody Harrelson (anche lui molto apprezzato nell’ispiratissimo Benvenuti a Zombieland), Stanley Tucci (che mi fa sempre ripensare a Il diavolo veste Prada... e che in Hunger games è forse il personaggio più notevole), Wes Bentley (protagonista dell’indimenticabile American beauty), l’ormai vetusto Donald Sutherland (recensito in Istinct e ne I pilastri della Terra), nonché il cantante Lenny Kravitz (che a quanto pare si tiene benissimo per l’età che ha, e non a caso è vegano).

Detto dei protagonisti, parliamo ora della scena: siamo in un non precisato futuro, nella nazione di Panem (nome che in sé rivela la condizione di distrazione delle masse, abbinata poi ai "circenses" che sono per l'appunto i giochi), situata in un’America post apocalittica ed essenzialmente formata dalla capitale, Capitol City, assai ricca e potente, e da vari distretti, più o meno poveri e disagiati (quelli con i numeri dal 10 al 12 sono i più poveri, mentre il tredicesimo è stato distrutto durante una guerra civile).
Ogni anno da ciascun distretto durante la cosiddetta “Mietitura”, sorta di punizione per la passata ribellione, vengono sorteggiati due ragazzi, adolescenti oscillanti tra l’essere bambini e adolescenti, un maschio e una femmina, i quali, definiti “tributi”, vengono offerti agli “Hunger games”, sarebbe a dire una sorta di gioco di lotta-sopravvivenza in cui sopravvive solamente uno di essi, che viene proclamato vincitore dei giochi.
Il tutto mentre il pubblico di Capitol City segue il “gioco-reality” tramite una fitta presenza di telecamere sparse per tutta la foresta, ambientazione della lotta, in cui vengono portati i giovani, in una specie di Grande Fratello sanguinolento e violento.

L’espressione “Grande Fratello” è doppiamente valida in questo caso, giacché ci troviamo proprio in una società di tipo distopico quale quella tratteggiata da Orwell in 1984, che viene dipinta in modo da essere facilmente presa in antipatia dallo spettatore del film: dittatura, giochi violenti, ricchezza ostentata, superficialità.
Anche se a dire il vero l’elemento della società distopica è stato solo accennato come sfondo della storia, e non affrontato, cosa che immagino verrà fatta nei film seguenti.

Insomma, il tutto è molto chiaro, come è molto chiara fin dall’inizio l’intera trama del film: è chiaro che la protagonista Katniss Everdeen parteciperà ai giochi, come è chiaro che ne uscirà vincitrice… e nel mezzo è facile ipotizzare antipatie-lotte e simpatie-alleanze.

In mezzo a tale prevedibilità, serviva una realizzazione tecnica impeccabile nonché grande intensità per ribilanciare il tutto, ma ciò arriva solo in parte: visivamente il film si fa vedere con grande piacere, soprattutto le scene nella natura, e l’intensità fa capolino ogni tanto…
… ma non basta a fare di Hunter games un gran film, che ha avuto un successo a mio avviso oltre il suo valore cinematografico (700 milioni di dollari nel mondo, un’enormità rispetto a quanto era costato).

Riguardo a tale punto, ossia al grande successo di pubblico, va detto che esso è certamente dovuto al fatto che il film, consciamente o più probabilmente inconsciamente, è rapportato alla situazione attuale dell'umanità, dove una piccola, ricca e superficiale élite è contrapposta a una massa sfruttata e controllata... e anzi su questo elemento non sarebbe una brutta idea che la singola persona riflettesse un poco.

Continuiamo: a incidere negativamente sulla qualità dell'opera, oltre alla prevedibilità della trama, sono i rapporti tra i protagonisti, ugualmente scontati, tanti dialoghi incerti e poco credibili, nonché il fatto che molti personaggi sono stereotipati a livello di macchiette.
Ma il lato più negativo tra tutti è che l’incedere temporale della storia non convince: è frettoloso, poco efficace... cosa che peraltro capita spesso nelle conversioni cinematografiche da romanzi.

Concludendo, mi attendevo di più da Hunger games… ma mi vedrò comunque i suoi seguiti per vedere se la situazione è migliorata o mano.

Fosco Del Nero

p.s. La cosa più curiosa di tutto il film è che Katniss si lamenta dell'ingiustizia della sorte dei tributi, costretti alla morte per assassinio in una foresta... quando il film si apre proprio con Katniss che uccide animali in una foresta: interessante che la ragazza si lamenti della stessa sorte che lei infliggeva ad altre creature. In effetti, il fatto che pochi notino tale incongruenza costituisce il problema principale dell'umanità.



Titolo: Hunger games.
Genere: fantastico, drammatico.
Regista: Gary Ross.
Attori: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Wes Bentley, Woody Harrelson, Stanley Tucci, Lenny Kravitz, Elizabeth Banks, Donald Sunderland, Brooke Bundy, Latarsha Rose, Liam Hemsworth.
Anno: 2012.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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