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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 26 dicembre 2013

The fountain - L’albero della vita - Darren Aronofsky

The fountain - L’albero della vita è un film arrivato per caso, che mi è stato consigliato e che, per pura coincidenza, ha seguito un altro film dello stesso regista, cosa ancor più rara dal momento che non si tratta di un regista famoso né di un regista prolifico: Darren Aronofsky
Il film precedente, per la cronaca, era Pi greco - Il teorema del delirio.

Giacché ci sono, cito un altro film del medesimo regista divenuto discretamente famoso e che ho visto anni fa, prima di aprire questo blog: Requiem for a dream; nonché il suo ultimo film, Il cigno nero, anch'esso avente ottenuto un ottimo riscontro di pubblico e critica. Il regista, insomma, sa il fatto suo.

Tutti e quattro i film sono piuttosto immaginifico-psichedelici, e affrontano temi impegnativi, e persino metafisici: la droga, la malattia, la morte, il divino.

Temi impegnativi e non troppo allegri, e in effetti questo stesso L’albero della vita non è proprio un film gioioso, come si evince dalla trama: Tomas Creo (Hugh Jackman; Tre prestige, Scoop, X-MenVal Helsing) è un dottore ricercatore, e la ragione principale della sua ricerca medica è la moglie Isabel (Rachel WeiszConstantine, Il grande e potente Oz, La mummia), malata di un tumore in fase avanzato.
Se da un lato il film segue le vicende del dottore e della sua giovane moglie, dall’altro lato esplora due filoni fantastico-onirici, simbolici di quanto sta accadendo nella vita della coppia e visivamente molto belli: uno vede l’uomo nelle vesti di un monaco meditante accanto all’albero della vita, mentre l’altro segue l’uomo nei panni di un guerriero spagnolo alla ricerca di un’antica piramide maya in Sud America, ciò ispirato da un romanzo scritto dalla stessa Isabel.

I tre filoni narrativi si intrecciano, con il "filone realtà" che perde man mano peso nel corso della storia. Alla fin fine, gli unici elementi in comune sono l’amore del protagonista, sempre intento a salvare qualcuno, che egli sia dottore, monaco o guerriero, e la morte, che incombe inevitabilmente, nonostante le sue-nostre lotte e le sue-nostre paure.

La parte più interessante del film è certamente quella più spirituale, con tanto di posizione del loto, visioni new age, luci mistiche, etc, e che rappresenta, a un certo punto anche visivamente, la tensione all’ascesa spirituale dell’essere umano (da un lato; dall'altro lato invece vi sono gli attaccamenti e i desideri terreni).

In questo senso, nonostante il film sia piuttosto triste, dentro vi è anche un’energia di resa-accettazione (quella di Isabel, che si è già riappacificata con la vita… e quindi con la morte) e un’energia di forza (quella di Thomas, che cerca la sua centratura interiore al fine di affrontare le difficoltà della sua vita).

Che il film sia animato da un certo tipo di energia metafisica è provato non solo dalla filmografia del regista, ma anche da alcuni dettagli, come il negozio intitolato "Divine Words", ossia "Parole Divine", o come la scena di epifania/rapimento/estasi che la protagonista ha proprio dentro il suddetto negozio, subito dopo esser finita in un fascio di luce.
La donna in seguito la descriverà in questo modo: "Quando sono caduta, ero completa... sostenuta". C'è quindi una caduta/abbandono/resa, e poi l'integrità/completezza/unità, oltre che l'abbraccio dell'esistenza.

Quanto al marito, a un certo punto dice: "Fermare la morte è l'obiettivo". Lui intende la morte fisica ma, contando la natura del film, la frase è interpretabile anche in senso metafisico, nel senso quindi dell'immortalità dell'anima e del risveglio.

Nel complesso, The fountain - L’albero della vita mi è piaciuto: buona tensione narrativa, buone recitazioni, begli effetti speciali e un senso di profondità raro da incontrare in un film. 
Normalmente evito i film tristi e drammatici, ma questo a mio avviso val la pena di vederlo.

In conclusione di recensione, ecco alcune (altre) frasi tratte dal film.

"La morte è la via dello stupore."

"I nostri corpi sono prigioni per le nostre anime."

"Questi sono tempi bui, ma ogni ombra, per quanto profonda, è minacciata dalla luce del mattino."

"La morte è la strada per l'assoluto."

"Non ho più paura ormai."

"Combattiamo tutta la nostra vita per essere completi, sperando nel momento in cui arriva la morte di aver raggiunto uno stato di grazia. 
Pochi ce la fanno; molti di noi se ne vanno così come sono venuti al mondo: scalciando e urlando."

Fosco Del Nero



Titolo: The fountain - L’albero della vita (The fountain).
Genere: psicologico, drammatico, esistenziale, sentimentale.
Regista: Darren Aronofsky.
Attori: Hugh Jackman, Rachel Weisz, Stephen McHattie, Mark Margolis, Ellen Burstyn, Fernando Hernandez, Sean Patrick Thomas, Cliff Curtis.
Anno: 2006.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

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